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Telecom Italia: “Ipotesi scorporo rete priva di fondamento”

La compagnia smentisce le notizie secondo cui il governo starebbe lavorando a un dossier ad hoc: “La mossa sarebbe comunque illegittima”. Intanto i parlamentari Pd, Esposito e Bargero, lanciano l’allarme sulla possibile operazione Metroweb: “Acquisto da parte di TI freno all’uscita dal monopolio della rete fissa”

Pubblicato il 16 Ott 2014

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“Speculazioni assolutamente prive di fondamento sia sotto il profilo dei piani industriali della società, sia dal punto di vista normativo”. Telecom Italia smentisce in una nota le indiscrezioni di stampa relative ad un’ipotesi di scorporo della Rete.

“La società precisa innanzitutto che un ipotetico intervento mirato ad imporre la separazione societaria della rete di accesso presenterebbe infatti evidenti aspetti di illegittimità poiché inciderebbe direttamente sul diritto di disporre e godere dei propri beni da parte di un soggetto privato proprietario della rete – si legge nella nota – Inoltre, si ricorda che il settore delle Telecomunicazioni in Italia è stato pienamente liberalizzato sin dal 1998 e risulta oggi caratterizzato da un elevato livello di concorrenzialità ed è ampiamente regolamentato sia a livello europeo sia nazionale”.

Telecom Italia ricorda “di essere fortemente impegnata nello sviluppo delle infrastrutture di Rete, come confermato dall’importante piano di investimenti che nel triennio 2014-2016 ammonta complessivamente a 9 miliardi di euro, di cui 3,4 miliardi sono dedicati allo sviluppo di reti e servizi innovativi, sia per quanto riguarda la Fibra che il 4G”. La compagnia annuncia infine di stare valutando tutte le iniziative più opportune a propria tutela.

Secondo notizie riportate da La Repubblica, Palazzo Chigi si starebbe preparando a studiare lo scorporo della rete in mano a Telecom Italia. In particolare, il governo sarebbe pronto a intervenire per diventare socio di Telecom Italia – anche assieme ad altri operatori telefonici e partner industriali del settore – in una società ad hoc che avrebbe il controllo dell’infrastruttura. L’esecutivo Renzi potrebbe usare la “golden power” che gli conferisce poter speciali in caso di offensiva da gruppi stranieri, in chiave anti-scalata.

Questa mattina anche il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi aveva chiarito che non esiste un dossier sullo scorporo della rete telefonica e che l’utilizzo della “golden share” (di cui parlava La Repubblica) da parte del Governo per un progetto di questo tipo non avrebbe un presupposto giuridico.

“Sono solo speculazioni che considero superficiali e improduttive” ha infatti affermato il top manager a margine di un evento a Milano, spiegando che “non c’è nessun fondamento giuridico perché si possa parlare di scorporo di una rete per un’azienda privata come la nostra”. Recchi ha inoltre sottolineato che queste continue indiscrezioni “sono molto dannose per quelli che sono gli effetti sulla percezione della società”, danno che si riflette anche sull’Italia “soprattutto oggi con la presenza di tutti questi leader internazionali e con l’attenzione dei mercati esteri puntata addosso, in presenza della quale dobbiamo dare rappresentazione di un paese serio, che sa di cosa parla e che gestisce le regole senza confusione”.

“Il dossier non esiste”, ha poi ribadito il presidente di Telecom, “si continua a guardare alla nostra azienda parlando al passato, ma noi siamo un nuovo management, c’è un nuovo Board che è concentrato sul futuro e sullo sviluppo delle reti e della società”.

Infine, Recchi ha rilevato come “per fortuna un messaggio di questo tipo non stupisce piú gli analisti che si occupano di noi e che ormai trovano irrealistica” l’ipotesi di uno scorporo della rete “e le danno poco peso”. Indiscrezioni che, in effetti, non sembrano trovare sponda favorevole nelle sale operative. “I rinnovati rumors sullo scorporo della rete sembravano in effetti poco credibili”, spiega a caldo un operatore di Borsa.

Intanto, dopo le parole del presidente e dell’Ad di F2i, che non hanno escluso del tutto un possibile accordo con Telecom per la cessione della quota di Metroweb, anche la politica inizia a dire la sua. Il primo a parlare è il senatore Pd, Stefano Esposito, vice presidente della Commissione Infrastrutture di Palazzo Madama. “Negli ultimi giorni si torna a parlare della rete fissa di telecomunicazioni, con uno scenario inquietante – dice – l’acquisizione della maggioranza di Metroweb da parte di Telecom. L’operazione, fatta in stanze chiuse, con cui il monopolista comprerebbe l’unico operatore alternativo sulla fibra fino a casa dei cittadini, va contrastata”.

“Ci troviamo – aggiunge in una nota – in una fase molto delicata, in cui il piano di Metroweb potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per uscire dal monopolio infrastrutturale della rete fissa”. Il senatore auspica un “intervento dell’Antitrust e del Governo affinché vigilino attentamente su questa operazione”.

Anche la deputata dem Cristina Bargero, componente della commissione Attivita’ produttive alla Camera, lancia l’allarme monopolio. “Mentre è in fase di presentazione il disegno annuale sulla concorrenza, assistiamo ad un rischio enorme di monopolizzazione della rete in fibra – ricorda la deputata – Se fosse vera l’ipotesi di acquisizione della maggioranza di Metroweb da parte di Telecom Italia, infatti, l’attuale monopolista della rete in rame comprerebbe l’unico operatore alternativo sulla fibra (in FTTH), soffocando il tentativo di uscire dal monopolio infrastrutturale della rete fissa”.

“E’ necessario – aggiunge – che Governo e Antitrust intervengano su questa operazione per evitare che la competizione nelle telecomunicazioni fisse, gia’ a serio rischio, sia completamente azzerata. Quello che servirebbe, invece, è un’operazione di sistema, che stimoli lo sviluppo e la digitalizzazione del Paese, in un quadro di apertura del mercato e di creazione di un contesto autenticamente concorrenziale nella rete fissa di telecomunicazione. Oggi si torna a parlare di scorporo della rete fissa: facciamola in fretta e facciamola bene”.

Jonny Crosio, senatore della Lega Nord, si dice molto “preoccupato di quanto sta per accadere alla rete fissa di telecomunicazioni. Non possiamo stare a guardare mentre Telecom acquisisce, come sembra, la maggioranza di Metroweb”.

L’operazione, fatta in poche segrete stanze, con cui il monopolista nel rame comprerebbe l’unico operatore alternativo in fibra fino a casa dei cittadini, “è contraria alle logiche di un mercato che dovrebbe essere libero e concorrenziale”.

“Mi chiedo – aggiunge in una nota – cosa stia facendo il Governo per salvaguardare quel poco di concorrenza che ancora rimane nelle telecomunicazioni fisse”. Crosio ricorda la posizione della Lega, a favore dello “scorporo della rete fissa, in una logica di sistema, per favorire il mercato e stimolare investimenti e crescita”.

In Borsa Telecom Italia è tra i gruppi più colpiti colpiti dalle vendite: il titolo cede il 6,57% a 0,74 euro per azione e ha toccato, nella mattinata, il prezzo minimo di 0,73 euro. Con il ribasso di oggi le azioni si stanno riportando sui minimi di inizio anno: Telecom aveva infatti esordito il 2 gennaio a 0,70 euro per azione. Sopra la media il volume degli scambi, con 147 milioni di pezzi passati di mano, pari all’1,1% del capitale, a fronte di una media di 108 milioni.

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