CONSIGLIO UE TLC

Pacchetto Kroes, Oettinger: “Ora l’impegno di tutti, fallimento segnale negativo”

Per il commissario Ue all’Economia digitale fondamentale arrivare a un risultato condiviso: “I ministri dei 28 Paesi diano mandato alla presidenza per aprire le discussioni con l’Europarlamento”

Pubblicato il 27 Nov 2014

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“Ci vuole ora la buona volontà di tutti, tenendo conto delle diverse posizioni, per arrivare a un risultato” sul pacchetto tlc che include la fine del roaming e la net neutrality, perché “un fallimento di questa proposta legislativa sarebbe uno sviluppo molto negativo”. Cosi’ il commissario Ue alla Digital economy, Guenther Oettinger, durante il dibattito pubblico al Consiglio tlc, lanciando un appello ai 28 perché questo “possa dare il mandato negoziale alla presidenza” per aprire le discussioni con l’Europarlamento.

In questi giorni si sono infatti infittite le polemiche sulla proposta di mediazione sul pacchetto “Connected continent” firmata dalla Presidenza italiana dell’Ue. E giudicata dai suoi detrattori un “tradimento” all’impegno di lungo corso, sostenuto anche dall’Europarlamento, di fissare nel diritto europeo una definizione cristallina ed esaustiva di Internet libero.

Ma a Bruxelles nessuno attende sviluppi significativi dal vertice dei ministri delle tlc. “Innanzitutto perché sulla NN, così come sulla soppressione del roaming, un’intesa tra Stati membri non è proprio alle viste”, precisa off the record un consigliere diplomatico. Rammentando che l’ipotesi di compromesso dell’Italia, racchiusa nell’ormai famigerato e criticatissimo “general approach” datato 14 novembre, è stata già bocciata a maggioranza dagli altri governi. Venerdì scorso, per la precisione, nel corso dell’ultimo Coreper, il comitato che riunisce i rappresentanti permanenti nazionali.

Il testo italiano che resta sul tavolo, quello altrettanto criticato del 21 novembre su cui si confrontano oggi i ministri, non è una vera e propria proposta, “ma una semplice relazione sullo stato dell’arte dei negoziati”, noto in gergo come “state of play”. Nel quale tuttavia l’Italia “ribadisce, con l’aggiunta di poche modifiche cosmetiche, buona parte dei punti del suo compromesso del 14”. In specie, anche la rimozione dal pacchetto della definizione di Net neutrality e di servizi specializzati.

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