TRASPORTI

Uber, arriva anche il veto di Taiwan

L’isola asiatica multa la compagnia perché “priva di licenza per operare nei trasporti”. Le autorità locali stanno valutando un blocco del sito e della app

Pubblicato il 22 Dic 2014

L.M.

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Nuovi problemi per Uber. Il servizio di noleggio auto con conducente è sempre più al centro delle critiche per problemi di sicurezza, concorrenza e licenze. Dopo i 2 presunti stupri ad opera di suoi autisti in India e a Boston e dopo il blocco delle operazioni in varie parti del mondo, ora è la volta di Taiwan che ha multato la compagnia perché opera “in violazione della legge”. Secondo le autorità locali, che valutano un blocco del sito e della app, non ha la licenza per operare nei trasporti.

Accanto alla licenza per esercitare l’attività, un altro problema segnalato dal ministro taiwanese dei trasporti è l’assunzione di autisti anch’essi sprovvisti di licenza, il che esporrebbe i passeggeri a rischio sicurezza. Per queste ragioni Uber è stato più volte sanzionato a Taiwan con multe che ammontano complessivamente a 2,55 milioni di dollari taiwanesi (66mila euro), cui si aggiungono multe per l’equivalente di 43mila euro elevate agli autisti.

Per Uber, operativo in 260 mercati e con un milione di corse quotidiane all’attivo, Taiwan potrebbe essere l’ennesimo paese che mette al bando il servizio di trasporti. Le attività della compagnia sono state bloccate in diversi luoghi, da Las Vegas a Francoforte, dalla Spagna all’India, dalla Francia al Nevada. Sulla società pendono anche due cause civili a San Francisco e Los Angeles.

Lo scorso 17 settembre il tribunale di Francoforte ha revocato il divieto contro UberPop, servizio per condividere l’auto con diversi passeggeri in cambio delle spese di viaggio, e di fatto questa decisione si è estesa a tutti i servizi di Uber nel territorio tedesco, annullando la sentenza del 2 settembre, che vietava l’uso della app in Germania, pena una multa da 250mila euro.

Il giudice ha spiegato, nella sentenza del 16 settembre, che comprende le ragioni della federazione Taxi Deutschland, che ha fatto causa a Uber per l’assenza della licenza degli autisti, ma ha fatto notare come i tassisti hanno aspettato troppo tempo prima di portare il caso in tribunale. Sono scaduti i termini per appellarsi alle leggi tedesche sulla concorrenza, come ha confermato Arne Hasse, portavoce della corte, al New York Times. “Uber ha iniziato i suoi servizi UberPop in aprile, c’erano due mesi di tempo per il ricorso che però è stato presentato dai tassisti in agosto” ha spiegato Hasse. Taxi Deutschland ha annunciato che farà ricorso.

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