LA DECISIONE

Telecom avvia lo spin off dei call center, i sindacati: “Scelta sbagliata”

La compagnia prende atto dell’esito negativo del referendum sull’accordo del 18 dicembre e annuncia la costituzione di una newco: “Coniugheremo qualità del servizio ed efficienza aziendale”. Ma Slc, Fistel e Uilcom si dicono pronti a dare battaglia

Pubblicato il 06 Feb 2015

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Telecom Italia avvia lo spin off dei call center. La compagnia, dopo aver preso atto dell’esito negativo del referendum svolto tra i lavoratori nel mese di gennaio relativo all’ipotesi di accordo raggiunto il 18 dicembre per la Divisione Caring Services, ha comunicato oggi alle organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil che avvierà l’implementazione degli accordi siglati precedentemente con gli stessi sindacati il 27 marzo del 2013. Il procedimento – come spiega una nota Telecom – prevede una razionalizzazione delle sedi territoriali di Caring Services, con la chiusura di alcuni presidi e la costituzione di una distinta società per l’erogazione dei servizi di caring alla clientela.

Il mercato dei call center – indica ancora la nota di Telecom – sta “vivendo una forte crisi a livello nazionale con una competizione crescente tra gli operatori del settore. La società, con una trattativa durata oltre otto mesi, ha analizzato con i rappresentanti sindacali tutte le problematiche e cercato soluzioni condivise che, nel pieno rispetto della dignità dei lavoratori, anzi con l’obiettivo di valorizzarne le professionalità, dessero stabilità al lavoro presso i call center e sostenibilità di lungo termine”.

L’ipotesi di accordo siglata il 18 dicembre 2014 con tutti i sindacati – conclude la nota – “aveva individuato un percorso che permetteva di mantenere la funzione all’interno di Telecom Italia Spa, differenziandola per qualità del servizio rispetto a quanto viene offerto in outsourcing, migliorando allo stesso tempo la produttività e la sostenibilità del fattore lavoro”.

La nuova società che nascerà farà parte del Gruppo Telecom Italia e avrà “l’obiettivo di coniugare qualità del servizio reso alla clientela e le efficienze necessarie a rendere competitiva la nuova realtà aziendale con il contesto del settore di riferimento”.

I sindacati continuano a ritenere la societarizzazione una scelta sbagliata. “L’operazione – spiega a CorCom, Michele Azzola segretario nazionale della Slc Cgil –

Impatterebbe sulla motivazione e la fiducia dei dipendenti, elementi che hanno reso il servizio di caring di Telecom tra i migliori nel settore”. Nei prossimi giorni, avverte Azzola, “valuteremo con le strutture e Fistel e Uilcom le azioni da mettere in campo per bloccare questa scelta”.

Anche Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil, reputa sbagliato spin off. “Seguiremo con attenzione questa difficile e complessa procedura, monitorando che non abbia ricadute ulteriori sulle condizioni dei lavoro e sui diritti degli adetti al caring”.

“La decisione di societarizzazione il Caring non era condivisibile prima e non lo èora dopo il referendum dei lavoratori – sottolinea Giorgio Serao della Segreteria Nazionale della Fistel – La Fistel è preoccupata oltre per la societarizzazione anche per la chiusura delle sedi che in molti casi rappresenta un dramma per i lavoratori. Purtroppo siamo convinti che ha prevalso la disinformazione e adesso qualcuno dovraàassumersi la responsabilità di aver contribuito di lasciare Telecom con le mani libere e i lavoratori con meno garanzie. Noi come Fistel avevamo parlato il linguaggio della verità e i nostri delegat siamo stati spesso attaccati quando spiegavano le ragioni dell’accordo e le possibili ricadute negative sui lavoratori. Continueremo a difendere i lavoratori ricordando che circa la metà aveva colto positivamente il progetto e quindi subiscono una doppia beffa”.

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