Telecom, Patuano ai sindacati: “Confermo, assumeremo 4mila giovani”

L’Ad di Telecom Italia illustra il piano industriale 2015-2017: “Valorizzeremo competenze e professionalità”. Slc, Fistel e Uilcom approvano: “Punto di svolta”. Ma ribadiscono il no allo spin off dei call center

Pubblicato il 27 Feb 2015

F.Me.

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Si scalda la partita delle assunzioni in Telecom Italia. Al termine dell’incontro tra Marco Patuano e i sindacati, l’Ad ha confermato, nell’ambito del piano strategico 2015 -2017, l’assunzione di 4 mila giovani tra i 20 e i 30 anni e lo spin off delle attività di caring. In questa prospettiva, annuncia a CorCom il segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo, “si aprirà confronto con sindacato sugli strumenti da utilizzare (solidarietà espansiva) che tuteli l’occupazione e consenta l’immissione di giovani”.

L’attuale periodo di solidarietà del personale Telecom, che scade a fine aprile, “potrà essere sostituito, con modalità da definire con le organizzazioni sindacali, da una solidarietà che tuteli ancora l’occupazione, consenta l’immissione di giovani e riduca l’età media in azienda”, spiega il gruppo in una nota.

L’azienda “intende continuare a tutelare la consistenza occupazionale, valorizzando le competenze e le professionalità presenti senza mai perdere di vista il miglioramento continuo dell’efficienza e della qualità dei servizi”. Da qui l’idea della nuova forma di solidarietà. L’attuale solidarietà, “un percorso innovativo che Telecom Italia intende definire in stretta collaborazione con le Organizzazioni Sindacali per assicurare all’azienda conoscenze e know how qualificato per affrontare le sfide del futuro”. “Con il nuovo piano industriale, torneremo ad assumere dopo sette anni – ha sottolineato Patuano – Abbiamo, infatti, la necessità di rafforzare l’organico introducendo in azienda nuove professionalità con giovani tecnici e laureati tra i 20 e i 30 anni. Assumeremo fino a 4.000 persone nell’arco di 3-4 anni utilizzando i nuovi strumenti normativi che il governo sta mettendo a punto”.

Nel corso dell’incontro Patuano ha confermato la posizione aziendale di procedere alla nascita di una nuova società che incorpora le attività della Divisione Caring. Patuano ha confermato che il mondo caring è un’attività “core” e resterà sotto il controllo di Telecom Italia senza mutare i trattamenti economici per il personale.

La newco del Caring sarà operativa operativa per l’estate, tra giugno e luglio e da settembre sarà possibile procedere al trasferimento dei lavoratori nella nuova società.

La decisione di andare avanti con la creazione della newco dei call center era stata presa da Telecom dopo che a gennaio il referendum dei lavoratori del settore caring aveva bocciato l’intesa raggiunta il 18 dicembre tra azienda e sindacati. L’accordo prevedeva, tra l’altro, che i call center sarebbero rimasti in azienda con garanzia fino al 2017.

“Il procedimento – spiegava Telecom in una nota dopo che i lavoratori avevano bocciato l’accordo – prevede una razionalizzazione delle sedi territoriali di Caring Services, con la chiusura di alcuni presidi e la costituzione di una distinta società per l’erogazione dei servizi di caring alla clientela”.

Il mercato dei call center, spiegavano da Telecom, “sta vivendo una forte crisi a livello nazionale con una competizione crescente tra gli operatori del settore. La società, con una trattativa durata oltre otto mesi, ha analizzato con i rappresentanti sindacali tutte le problematiche e cercato soluzioni condivise che, nel pieno rispetto della dignità dei lavoratori, anzi con l’obiettivo di valorizzarne le professionalità, dessero stabilità al lavoro presso i call center e sostenibilità di lungo termine”.

L’ipotesi di accordo siglata il 18 dicembre 2014 con tutti i sindacati “aveva individuato un percorso che permetteva di mantenere la funzione all’interno di Telecom Italia Spa, differenziandola per qualità del servizio rispetto a quanto viene offerto in outsourcing – sottolineavano da Telecom – migliorando allo stesso tempo la produttività e la sostenibilità del fattore lavoro”.

Patuano ha inoltre illustrato il pprgramma di investimenti sia in Italia sia in Brasile, pari a 14,5 miliardi nel trienni. “Dei circa 5 miliardi di investimenti innovativi previsti da Telecom Italia sul mercato domestico – ha detto il manager durante l’incontro – quasi 3 miliardi di euro saranno destinati esclusivamente allo sviluppo della fibra ottica, con circa 500 milioni di euro dedicati alla tecnologia FttH (Fiber to the Home) con la quale cableremo 40 città a fine periodo”.

“Questa accelerazione degli investimenti in fibra ottica (1,1 miliardi in più rispetto al precedente piano triennale) è previsto possa portare, al 2017, a incrementare di circa 1 milione i clienti attivi rispetto ai target del Piano precedente – ha evidenziato Patuano – La larga banda mobile potrà contare su 900 milioni di investimenti per completare il piano di diffusione già in avanzata fase di realizzazione; allo stesso tempo migliorerà la copertura geografica del Paese, che raggiungerà il 90% del territorio a fine 2017”.

“Il giudizio sul nuovo piano industriale di Telecom Italia è positivo – commenta Ugliarolo – si va nella direzione di consentire all’azienda di giocare una partita come protagonista nel campo delle tlc. Le 4mila assunzioni annunciate costituiscono un fattore positivo e anche sugli investimenti c’è un grosso sforzo da parte dell’azienda che con le proprie forze mette sul piatto 10 miliardi per Italia”. Tuttavia resta “preoccupazione per la volontà dell’azienda di proseguire nel processo di societarizzazione del caring, anche se è stata confermata la strategicità del settore. Nell’incontro di oggi abbiamo ribadito la nostra contrarieta'”. Inoltre dall’esterno, conclude il sindacalista, “arrivano segnali di intromissione nell’ambito dei piani per lo sviluppo della rete. Auspichiamo che non ci siano interferenze che possano creare fibrillazioni e tensioni”.

“Condividiamo totalmente il piano di impresa. Parliamo tanto di creare la banda ultra larga, oggi finalmente per la prima volta abbiamo un piano che realizza l’Agenda digitale, speriamo che la discussione della politica o eventuali provvedimenti non ne inquinino la realizzazione”, dice Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil. Si tratta di “un progetto ambizioso, sono previsti investimenti pari al 23% del fatturato nell’arco di piano. E’ un piano ben costruito ma c’è un problema da affrontare. Visto che si prevede un fatturato in calo nel 2015, stabile nel 2016 e in crescita dal 2017, è necessario, per mantenere gli 8,8 miliardi di Ebitda che consentono la realizzazione degli investimenti, intervenire su efficienza e costi”. Riguardo alla volontà di proseguire con la societarizzazione del caring, Azzola spiega che questo “è un punto di distanza con l’azienda. Il piano industriale è ambizioso e ha bisogno di un contributo dei lavoratori. E’ evidente che un piano ambizioso mal si colloca in un clima teso creato dalla volonta’ di uno spin off. Abbiamo richiesto all’azienda una nuova valutazione”.

Anche secondo Vito Vitale, segretario della Fistel Cisl,quello di Telecom Italia “è un piano positivo, ambizioso” ma ora occorre che “il Governo faccia la sua parte. C’è bisogno che non si ostacoli la realizzazione degli ingenti investimenti previsti e si dia un supporto a livello di legislazione per consentire un cambio intergenerazionale” all’interno dell’azienda. E’ il commento di al termine dell’incontro tra Marco Patuano e i sindacati sull’illustrazione del piano industriale che, a fronte di miliardi di investimenti, prevede 4mila assunzioni. “Ci auguriamo – prosegue il sindacalista – che, oltre a quanto creato con il Jobs Act, si pensi a qualche strumento che permetta il cambio intergenerazionale” in azienda. Per quanto riguarda il Caring anche Vitale ribadisce l’impegno ad evitarne la societarizzazione.

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