LA LITE

Frequenze, Romani e Passera ai ferri corti sul beauty contest

Sfida a distanza tra i due ex titolari del Mise. Il leader di Italia Unica: “Ho evitato un regalo colossale di spettro pregiato”. Il presidente dei senatori di FI: “Nessuna donazione, ma una competizione che avrebbe premiato merito e qualità dell’operatore”

Pubblicato il 27 Feb 2015

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La sfida la lancia Paolo Romani, ex ministro allo Sviluppo economico del Governo Berlusconi e attuale presidente dei senatori di Forza Italia, in mattinata dai microfoni di Radio Anch’io, parlando della procedura d’infrazione aperta dall’Ue contro l’Italia sulle frequenze Tv: “La procedura di infrazione l’avevo chiusa io da ministro – afferma Romani – poi è arrivato quel genio di Passera e ha invertito tutto quello che avevamo fatto. Così la procedura di infrazione non si è chiusa”.

A stretto giro la risposta di Corrado Passera, successore di Romani alla guida del Mise con il Governo Monti: “A differenza di quanto sostenuto dal senatore Romani, la procedura di infrazione era tutt’altro che chiusa – replica – come peraltro egli sa assai bene. Sono dovuto intervenire per evitare un regalo di dimensioni colossali che si stava realizzando attraverso la cessione gratuita di frequenze in futuro preziosissime per le telecomunicazioni”

Ma Romani non lascia a Passera l’ultima parola, e torna con una nota sull’argomento per una ulteriore precisazione: “Vorrei specificare a Corrado Passera che il beauty contest, approvato e autorizzato dalla Commissione Europea e dall’Autorità per le telecomunicazioni e legificato dal Parlamento, non era certo una donazione di frequenze televisive, ma piuttosto una competizione volta a premiare merito e qualità dell’operatore, e non l’offerta economica”.

“Ecco perché – continua Romani – il beauty contest è stato ritenuto la modalità migliore per garantire il pluralismo dell’offerta e l’apertura del mercato a nuovi soggetti, certamente non con le stesse possibilità finanziarie di colossi del settore come Sky, Mediaset e Rai. Ricordo infatti che la partecipazione dei grandi operatori nel beauty contest era limitata a massimo due lotti, mentre tre erano riservati ai piccoli operatori e ai nuovi entranti”.

“Per quanto attiene al sistema delle Tlc – conclude Romani – il mercato era già saturo: tutti gli operatori, infatti, avevano partecipato all’asta del 2011, sicuri di aggiudicarsi le ultime frequenze disponibili ed erano impegnati negli investimenti sulla rete 4G. Ricordo poi sommessamente che lo stesso Passera ha dovuto annullare l’asta, che è stata realizzata solo nel 2014: a gara solo tre lotti, un unico partecipante e aggiudicatario per un solo lotto ed un incasso per le casse dello Stato di 30 mln contro i miliardi previsti. Un misero risultato per le prospettive di apertura del mercato e valorizzazione delle frequenze: non ha infatti consentito ancora la chiusura della procedura d’infrazione UE, cosa che, secondo gli accordi, sarebbe invece avvenuta all’esito del beauty contest”.

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