LA CRISI

Call center, affondo Cgil: “Sullo 060606 assordante silenzio Campidoglio”

La Slc punta il dito contro il sindaco di Roma Ignazio Marino: “Non ha convocato né il sindacato né la Abramo, che ha vinto la commessa, per garantire continuità occupazionale ai lavoratori Almaviva che finora hanno svolto il servizio”

Pubblicato il 18 Mar 2015

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“Nonostante le rassicurazioni delle settimane scorse, ad oggi non risulta che il Comune di Roma abbia convocato il sindacato nè la Abramo Customer Care (il nuovo aggiudicatario del servizio 060606) per favorire un accordo per la continuità occupazionale dei lavoratori di Almaviva, che sino ad oggi hanno svolto il servizio”. Lo dice Riccardo Saccone, di Slc Cgil nazionale.

“Un silenzio imbarazzante e, dobbiamo pensare, imbarazzato. Forse l’incontro con Abramo Customer Care avuto dall’Amministrazione capitolina lo scorso lunedì li ha messi davanti al disastro di un bando fatto senza il benché minimo criterio di salvaguardia dell’occupazione? Forse qualcuno ha compreso, finalmente, che non aver inserito il vincolo territoriale ed aver, di fatto, imperniato tutto l’impianto del bando sul mero ribasso del prezzo (oltre il 30%) condanna i lavoratori di Almaviva al rischio più che teorico della perdita del lavoro? Tutto questo mentre la Abramo Customer Care a Crotone ed una società subappaltatrice a Roma stanno offrendo contratti a tempo determinato semestrali per garantire lo stesso servizio – prosegue il sindacalista – Pensiamo che non si possa fuggire alle proprie responsabilità, soprattutto da parte di una amministrazione pubblica, e per questo motivo non possiamo che bollare come inaccettabile questo silenzio, un silenzio che manca di rispetto anzitutto a lavoratrici e lavoratori che stanno per perdere il loro lavoro”.

Nei giorni scorsi i lavoratori di Almaviva addetti allo 060606 hanno protestato protestare contro la perdita della commessa da parte della propria azienda e contro il rischio di perdere il lavoro. “La protesta è stata portata avanti nei confronti della giunta capitolina ed in particolare del sindaco Marino, per la perdita della commessa 060606 vinta dall’azienda Abramo Customer care e che ha causato sul sito romano di Almaviva circa 200 esuberi di personale” spiega Stefano Conti, segretario nazionale Ugl Telecomunicazioni.

“Ciò che contestiamo come sindacato è la mancanza di regole che nel settore impediscano le gare al massimo ribasso e la delocalizzazione del lavoro, non solo fuori dai confini nazionali, ma, come nel caso dello 060606 del comune di Roma, anche territoriali, dove le attività migrano verso altre regioni lasciando un cratere occupazionale nella capitale” continua la nota.

Lo scorso 28 ottobre il Campidoglio aveva difeso la procedura di aggiudicazione del servizio, precisando che la gara espletata non era assolutamente al massimo ribasso, ma condotta con l’offerta “economicamente più vantaggiosa”, vale a dire che il punteggio tecnico e quello economico si compensano.

“Non corrisponde al vero neppure l’informazione secondo cui il servizio verrà dislocato in Albania – spiegava il Comune di Roma – Nel bando Consip utilizzato è inserito uno specifico vincolo, e cioè che ‘il fornitore deve garantire la presenza di almeno una sede operativa nel territorio italiano in cui ubicare gli operatori che erogano i servizi richiesti’, e nello specifico tutte le società che hanno partecipato al bando hanno dichiarato sedi in Italia. La Società risultata prima ha individuato due sedi nel territorio nazionale e, in particolare, la sede primaria a Roma”.

Per quanto riguarda il destino degli addetti di Almaviva, che avevano puntato il dito contro la mancanza di una “clausola sociale” che salvaguardi la forza lavoro in caso di un “cambio di guardia” del servizio, Il Campidoglio ricordava che i lavoratori “hanno un contratto a tempo indeterminato, quindi non si vede perché si debba dare per automatico il loro licenziamento, quand’anche l’azienda non sia più la fornitrice del servizio a Roma Capitale”.

“Per quanto riguarda la clausola sociale, non possiamo fare altro che rimandare alle leggi che regolamentano le gare europee, che non prevedono, per tale servizio, una clausola del genere – concludeva – Inoltre, da un primo incontro con la Società vincitrice (su cui si stanno espletando le verifiche di legge) è emersa la disponibilità ad assumere personale già formato che eventualmente dovesse essere licenziato dall’attuale Società che gestisce il Contact Center”.

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