SICUREZZA

Antiterrorismo, la Francia vuole mano libera sui dati delle telco

In discussione una proposta di legge che obbliga le aziende hi-tech e Tlc a cedere al governo informazioni sui cittadini anche senza ordinanza del giudice. Chiesta la collabroazione delle imprese americane

Pubblicato il 19 Mar 2015

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La Francia vuole più poteri contro il terrorismo. Per questo la proposta di legge che viene presentata oggi a Parigi chiederà di dare al governo il potere di obbligare le aziende tecnologiche e delle telecomunicazioni a passare informazioni allo Stato su potenziali terroristi.

In base a quanto propone la legge, il cui iter è stato accelerato dopo l’attacco a Charlie Hebdo, le aziende delle Tlc potranno essere forzate a passare al setaccio i loro metadati, estratti da comunicazioni via telefono e Internet, per segnalare possibili comportamenti sospetti alla Polizia. In allarme le aziende hitech e i gruppi che difendono le libertà civili, che temono un’indebita ingerenza nelle comunicazioni private. Tuttavia il governo francese sembra compatto nella volontà di aggiornare un sistema di sorveglianza che ritiene datato alla luce delle nuove minacce.

Se approvata, la legge autorizzerebbe i servizi di intelligence francesi a far leva su una vasta gamma di strumenti high-tech (anche i sistemi di geolocalizzazione nelle auto) per scovare i terroristi senza prima l’ordinanza di un giudice e potrebbe costringere le aziende delle comunicazioni a dare accesso in tempo reale agli 007 francesi ai dati delle connessioni tra persone sospettate di terrorismo.

La legge sarebbe applicata innanzitutto alle aziende telecom francesi, ma vale anche per i gruppi hitech americani attivi in Francia; anzi obiettivo del governo è assicurarsi la loro collaborazione. Ciò rischia di alzare la tensione con le aziende hitech Usa, che la Francia ha già pressato il mese scorso (in un incontro tra il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve con Google, Facebook, Twitter e Apple) a decrittare le comunicazioni tra i loro utenti per permettere le attività di intelligence.

Le aziende tecnologiche americane hanno già fatto sapere che cooperano sempre con le autorità europee ma che la legge Usa limita la quantità di dati che possono consegnare ai governi stranieri e fanno notare che alcune richieste vanno gestite con dei trattati con gli Stati Uniti. Le aziende Ict non vogliono nemmeno mettere in allarme i loro utenti, che chiedono protezione della loro privacy, nota Ian Brown, professore di sicurezza informatica e privacy alla Oxford University.

Critica anche l’associazione francese La Quadrature du Net: “Questo è un completo stravolgimento del ruolo delle aziende private”.

Il governo francese assicura però che la nuova legge non permette di “leggere” i contenuti delle comunicazioni ma solo di usare algoritmi per rilevare specifiche informazioni sulle connessioni e la geolocalizzazione o di portare alla luce comportamenti sospetti e sarebbe limitata alla lotta al terrorismo.

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