IL PIANO

Banda ultralarga: Terna si tira fuori e si candidano le multiutility

La energy company smentisce i rumor: “Non siamo coinvolti in progetto Ngn”. Si fanno avanti le società di multiservizi: A2A in pole position

Pubblicato il 15 Mag 2015

F.Me.

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“Non c’è alcun coinvolgimento di Terna nel progetto” per la banda ultralarga. Lo precisano fonti della società, interpellate sulla nuova ipotesi riportata dal Corriere della Sera, che avrebbe visto protagonista Terna. “Nessun incontro sul tema della banda larga è stato fatto” con Palazzo Chigi hanno aggiunto le fonti.

Anche il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, smentisce il coinvolgimento di Terna nel piano. A margine di un convegno a Prato Giacomelli ha parkato anche del “numero” di reti, spiegando che “teoricamente non c’è nessun problema” ad avere, oltre alla rete indipendente pensata dall’esecutivo anche quella dell’ex monopolista Telecom Italia che al progetto governativo finora oppone resistenza.

Ma in pratica, ha aggiunto, “sarebbe troppo chiedere una competizione sulle infrastrutture di nuova generazione”. Il sottosegretario conferma che Enel potrebbe essere della partita, partecipando alle gare sul territorio che il governo farà per operatori “non verticalmente integrati”, come previsto dal piano strategico. “Enel dà una disponibilità importante e spero che tutti gli operatori, a cominciare dall’incumbent [cioè Telecom Italia], valutino questa possibilità”, ha detto l’esponente del Partito democratico.

Quanto a contatti in corso anche con Terna il sottosegretario ha risposto secco: “Non mi risulta”.

Ma se Tena si sfila arrivano le multiutility. “Le principali multiutily italiane si candideranno per la posa della rete ultralarga”, ha infatti detto Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia, annunciando che verrà costituito “un gruppo di lavoro” all’interno dell’associazione di categoria affinché le multiutility siano “protagoniste di questa partita”.

Valotti, in qualità di presidente di A2A, ha anche annunciato che multiutility lombarda e si candida a essere protagonista nei suoi territori di riferimento nella realizzazione delle reti infrastrutturali per la banda larga. “La banda ultra larga è un investimento fondamentale per il Paese voluto dal Governo e dalla Ue. Abbiamo appreso che Telecom ed Enel hanno un forte interesse che trovo legittimo. Nelle grandi città ci sono le grande utility che hanno già una rete strutturata nel sottosuolo e con il teleriscaldamento in parallelo poniamo il cavo in fibra ottica. E dobbiamo valorizzare al massimo le sinergie che ci sono rispetto a chi opera nei territori”, ha detto Valotti.

Secondo Valotti, “l’idea che ci sia un solo operatore che sviluppi la fibra in tutta Italia è forse difficile da realizzare, mentre diversi operatori possono fare un buon investimento”.

Sulla questione è intervenuto anche Paolo Coppola, presidente del Tavolo permanente per l’Innovazione e l’Agenda digitale presso la la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si dice senza mezzi termini di essere “ottimista”. Per Coppola anche se “è chiaro che ci sono delle difficoltà nei piani industriali delle telco”, ormai “non è più possibile frenare la valanga digitale” perchè “ci sono tutte le condizioni per una accelerazione del piano per la banda ultralarga”.

“Anzi, ora con Enel e Terna è evidente la spinta del premier Renzi e del Governo di voler raggiungere gli obiettivi fissati al 2020” aggiunge Coppola. Inoltre, osserva, “più aumentano le strade” per realizzare il piano, “più aumentano le possibilità” di arrivare fino fondo. “C’è un fronte amplissimo” a favore delle infrastrutture digitali, assicura Coppola, sottolineando che “proprio ora stiamo votando in Aula la ‘Buona Scuola’, un provvedimento che pone l’accento sulle infrastrutture di rete nelle scuole”.

Altri provvedimenti, continua il parlamentare docente di informatica e tra i maggiori esperti del settore digitale, “mettono in primo piano i collegamenti alla rete per ospedali, scuole, uffici”. E “anche nella riforma della PA – ricorda Coppola – c’è la volontà di assicurare la banda ultralarga” nella pubblica amministrazione. Insomma, ribadisce, “è ormai un fronte amplissimo e tutti i segnali sono positivi”. “Probabilmente i freni preesistenti si sono logorati. E ora -taglia corto- possiamo andare avanti sempre più spediti”.

Il Corsera scrive che oltre a Enel, anche Terna potrebbe contribuire alla creazione di un’infrastruttura di nuova generazione per portare la fibra “spenta” nelle case di tutti gli italiani. Di questo si sarebbe parlato nell’incontro tra l’Ad di Terna, Matteo Del Fante e lo staff di Palazzo Chigi che si occupa del piano, si è tenuto pochi giorni fa, lo scorso 4 maggio. Terna, spiega il giornale, potrebbe contribuire alla posa di una rete “spenta”, cioè solo il cavo in fibra ottica sul quale poi i singoli operatori telefonici dovrebbero attivare il servizio di traffico dati e voce, in buona parte del territorio nazionale: il gruppo possiede infatti la ex rete di trasmissione ad alta tensione dell’Enel. La posizione di Terna rispetto a Enel (già molto calda sul piano), aggiunge il quotidiano, sarebbe ancora colloquiale: l’incontro di una decina di giorni fa a Palazzo Chigi è stato il primo sul tema, mentre il dialogo tra il gruppo elettrico e il Governo andrebbe avanti da circa un paio di mesi.

Dalle mosse di Terna dovrebbe dipendere il futuro del dialogo con Telecom Italia: Palazzo Chigi, con i due assi sul tavolo, potrebbe avviare la costruzione dell’intera infrastruttura teoricamente anche senza Telecom Italia, vista la capillarità e complementarietà delle reti elettriche ad alta tensione (Terna) e media e bassa (Enel). Peraltro, non avendo velleità di offrire il servizio telefonico, una rete così costruita non darebbe nemmeno vita a un soggetto integrato che porrebbe un rischio in termini di creazione di un nuovo monopolio.

Per gli analisti piuttosto di Terna meglio Enel e le municipalizzate. Soggetti, questi, coi quali peraltro già collabora Telecom. Mentre il governo prova a stringere sulla rete, per individuare i soggetti da coinvolgere nel piano per la banda ultralarga, il mercato fa le sue valutazioni. E indica che il ruolo dell’ex monopolista telefonico è imprescindibile.

”L’infrastruttura di Terna utilizzabile per ridurre i costi di posa di fibra, da affittare a operatori di tlc, e’ meno interessante rispetto a quella delle municipalizzate (città) o Enel (aree rurali)”, che tra altro devono mettere a disposizione di terzi le proprie infrastrutture, afferma in una nota Intermonte. C’è di più: Telecom già collabora con Enel e le utilities per far passare la fibra ottica con la rete elettrica. Ed è sempre Intermonte a sintetizzare quel che si legge anche in altri report: bene i tentativi del governo per ridurre i costi della fibra ottica ma ”non si può prescindere dal coinvolgimento di Telecom”, cosi’ come ”è difficile ipotizzare una infrastruttura alternativa” a quella dell’ex monopolista.

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