Bernabè (TI): “Applicazioni mobili: serve equilibrio nella ripartizione dei ricavi”

L’Ad di Telecom Italia: “Il mercato è pronto a esplodere, ma bisogna ancora stabilire come ripartire i ricavi adeguatamente fra sviluppatori, fornitori delle piattaforme e gestori dei servizi”

Pubblicato il 16 Feb 2010

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Un mercato pronto a esplodere. Il fenomeno più importante del
momento. Ha definito così il mercato delle applicazioni mobili,
Franco Bernabè, Ad di Telecom Italia, in un colloquio con l’Ansa
al Gsma World Forum in corso a Barcellona. 
“Apple ha aperto una strada. Poi si sono mossi gli altri, come
Android e Google – spiega  Bernabè -. Per questo da qui è
partita la risposta di una alleanza di 24 operatori che
costruiranno un sistema di sviluppo delle applicazioni fatto dagli
operatori di telefonia mobile. Si crea un ambiente comune di
sviluppo degli applicativi aperto a livello
internazionale".
Effettivamente il mercato delle applicazioni è in rampa di
lancio.  Secondo i dati diffusi dalla Gsm Association in pochi
anni può salire dai 5 miliardi del 2009, ai circa 7,5 del 2010,
per balzare rapidamente verso i 30 del 2013, parallelamente
all'impennata vertiginosa di download e della vendita di
smartphone.

“E' un mercato che stimola soprattutto l'imprenditoria a
livello di microaziende, percheè gli sviluppatori di applicazioni
sono spesso piccolissimi imprenditori o singoli che lo fanno per
passione – ha continuato l’Ad -. In Italia tanti sviluppatori
hanno scoperto come anche senza mezzi ci si possa ritagliare una
presenza internazionale”. Il settore però ha ancora bisogno di
trovare di un equilibro nella ripartizione dei ricavi”. “Si sta
cercando una configurazione – ha proseguito -. Ci sono già nuove
formule, ad esempio, nelle quali allo sviluppatore va il 70%, il
15% al fornitore della piattaforma, un altro 15% al gestore del
servizio. Però bisogna ancora trovare un equilibrio".

Il boom delle applicazioni mobili è la “conseguenza
dell'enorme sviluppo del traffico dati, che non era
assolutamente prevedibile qualche anno fa. E che ora pone dei
vincoli e delle necessità di investimento molto forte – ha detto
Bernabè -. Il problema degli operatori è come mantenere una
qualità adeguata di fronte a questa enorme esplosione del traffico
dati  Anche perché è un traffico che per il momento non ha
identificato le forme di ricavo per gli operatori, esplode
autonomamente, senza generare ricavi per gli operatori, che hanno
bisogno di bilanciare il fabbisogno di investimenti con la
necessità di delle formule che li finanzino o consentano una
ottimizzazione dell'uso dello spettro".

In un contesto così delineato Telecom Italia si trova in una
posizione ottimale. “Come operatore convergente fisso-mobile
abbiamo un'integrazione che ci dà una posizione molto
vantaggiosa, una qualità del servizio non raggiungibile da altri
operatori, perché è un fenomeno che non può  essere sostenuto
dalla sola rete mobile, ha bisogno di una forte integrazione con la
rete fissa”.

Bernabè ha infine anticipato le innovazioni che TI lancerà
quest’anno. “Per i clienti di Telecom la grande novità sarà
la domotica, con una integrazione a casa tra tre schermi,
telefonino, computer e tv, che saranno interoperabili, con la
stessa interfaccia grafica, lo stesso ambiente visivo. Sarà la
grande novita' da quest'anno, e di qui in avanti per i
prossimi anni'. Con lo sviluppo della tecnologia Dnla,
'ormai embedded nei televisori, tv, computer e telefono
diventano oggetti che in casa sono integrati e
interoperabili”.

Sul versante  telefonini “la novità  più grossa sarà
rappresentata dagli ibridi, dai 7 a 9 pollici, come l'iPad di
Apple, ed altri prodotti eccezionali come quello che si appresta a
lanciare Samsung'. Più computer che telefonino, ma che hanno
il vantaggio di essere trasportabili e leggeri, possono sostituire
i netbook, ed hanno anche funzionalità telefoniche che consentono
di sostituire anche il telefono”.

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