Numonyx parte all’attacco di Samsung

Il Chief operating officer, Mario Licciardello: “Con l’ingresso di Micron daremo vita a un colosso da 8 mld di dollari. Abbiamo le carte in regola per imporci sul mercato globale delle memorie flash”

Pubblicato il 22 Feb 2010

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Passaggio di consegne in casa Numonyx, la joint venture 
battezzata a marzo 2008 da Stmicroelectronics insieme con Intel e
Francisco Partners. Gli americani di Micron hanno deciso di
prendere il comando dell’azienda liquidando gli azionisti
attraverso uno scambio di azioni. StMicroelectronics, il maggior
azionista con il 48,6% di quota, con l’operazione – che attende
il via libera da parte delle autorità preposte – esce
definitivamente dal mercato delle memorie flash azzerando
completamente il prestito bancario da 450 milioni di euro e la
contestuale garanzia di 225 milioni nonché mettendo a segno una
plusvalenza per 280 milioni di dollari.
Il gruppo italo-francese ha deciso di concentrarsi sul business
delle rinnovabili: è di poche settimane fa l’annuncio
dell’alleanza con Enel e Sharp per dare il via in Sicilia ad un
maxi impianto produttivo di tecnologie fotovoltaiche (sarà
riconvertito al “green” l’impianto catanese di Stm). Ma quale
sarà il futuro della new Numonyx? “L’ingresso di Micron in
Numonyx darà vita a un colosso da 8 miliardi di dollari, secondo
al mondo per dimensioni di mercato soltanto a Samsung”, spiega al
Corriere delle Comunicazioni Mario Licciardello, Chief
operating officer di Numonyx.

Parte dunque la sfida a Samsung..
Sì, la sfida reale. Numonyx era troppo piccola per potersi
permettere di competere ad alti livelli. Ma ora la situazione è
diversa. Abbiamo tutte le carte in regola per sostenere la
concorrenza a livello globale e imporci sul mercato.
Concretamente cosa cambia con l’entrata in scena di
Micron?

Il vantaggio principale è senza dubbio sulla dimensione di scala:
l’insieme delle due società permette di ottenere un portfolio
prodotti che non ha pari nell’industria mondiale delle memorie.
In dettaglio, Micron porta in dote il forte know how sul fronte
delle memorie di tipo Ram e Flash mentre Numonyx è più forte su
quelle di tipo Nor. Ci stiamo fra l’altro preparando per il
lancio, atteso a breve, di una nuova tecnologia a cambiamento di
fase che rappresenterà una novità assoluta nel settore perché
permetterà di ottenere memorie molto più performanti da un punto
di vista delle prestazioni a fronte di consumi energetici
significativamente ridotti.
L’ingresso degli statunitensi rischia in qualche modo di
pregiudicare l’”italianità”?

Direi di no perché la focalizzazione è sulle competenze
tecnologiche. E quelle create in Italia hanno un valore enorme.
L’Italia continuerà a essere il polo di eccellenza di Numonyx:
gli addetti alle attività di ricerca e sviluppo operativi sui tre
siti sono circa 500 ad Agrate, 200 a Catania e 100 a Napoli.
I sindacati però hanno lanciato l’allarme. E per il solo
impianto siciliano, quello di Stm, si parla di 400 lavoratori a
rischio.

L’allarmismo dei sindacati è ingiustificato allo stato attuale
delle cose. È escluso che in tempi brevi ci siano decisioni in
merito al ridimensionamento del personale. Non è in discussione
l’argomento. E in ogni caso solo al momento opportuno, quando
l’operazione di scambio quote diventerà definitiva, ossia avrà
ottenuto il via libera dalle autorità antistrust, sarà possibile
il confronto con Micron sulla questione, nel caso diventi oggetto
di discussione. Certamente potranno crearsi delle ridondanze e
delle sovrapposizioni, come sempre accade in operazioni di questo
tipo. Ma ripeto, se ne discuterà, nel caso, al momento giusto.
Nel frattempo il business come sta andando?
Nella prima metà del 2009 Numonyx come tutte le aziende del
comparto ha subito l’effetto della crisi. Ma già dopo l’estate
siamo entrati in fase di stabilizzazione. E il quarto trimestre si
è chiuso con il segno più, quindi siamo tornati a crescere.
L’obiettivo che ci eravamo prefissati era mantenere il livello di
cassa. Bene, non solo ci siamo riusciti ma si è ottenuto un
risultato in crescita rispetto alla chiusura 2008.
E per quest’anno quali sono gli obiettivi?
Sicuramente si crescerà.

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