Mvno vs telco, Agcom indaga

L’Autorità analizzerà le caratteristiche dei contratti delle reti ospitanti per valutare l’esistenza di eventuali pratiche dannose per lo sviluppo degli operatori mobili virtuali. Possibile l’arrivo di delibere correttive

Pubblicato il 28 Ago 2015

Alessandro Longo

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L’Agcom sta ascoltando le lamentele degli operatori mobili virtuali, che accusano i quattro operatori ospitanti di limitare il loro sviluppo con condizioni contrattuali troppo onerose o pratiche molto aggressive di win back.

A quanto si apprende, l’Autorità garante delle Comunicazioni al momento sta analizzando i contratti e a settembre convocherà i virtuali, in vista di un possibile intervento correttivo sulle regole del settore, quest’autunno.

Le proteste riguardano molti aspetti delle relazioni tra virtuale e operatore. I virtuali (Mvno, Mobile virtual number operator) lamentano contratti che lasciano margini economici troppo limitati e quindi l’impossibilità di fare offerte più economiche rispetto a quelle dei quattro big. Alcuni- tra cui Poste Mobile- chiedono un’asimmetria dei costi di terminazione, per essere agevolati nella crescita, in virtù della propria natura di nuovi entranti poco strutturati in questo mercato. Ossia sarebbe un’asimmetria analoga a quella di cui fino a poco tempo fa ha goduto H3G. Su questo però l’Autorità deve fare i conti con i paletti della Commissione europea, piuttosto rigidi.

Ultimo aspetto su cui i virtuali hanno protestato riguarda le pratiche di win back: i big contattano i clienti passati alla concorrenza proponendo loro offerte più economiche. Gli operatori avrebbero risposto che la pratica non è sanzionabile, con le attuali regole e che comunque viene esercitata su tutti gli utenti, non solo quelli dei virtuali. La contro risposta di questi ultimi- nel dibattito su cui Agcom sta facendo da arbitro- è che loro hanno minori margini per contrastare le offerte di win back e insomma- a fronte degli attuali contratti- sotto certi prezzi non possono scendere.

I virtuali non hanno ancora portato all’attenzione di Agcom un altro aspetto, invece, su quale però sta comunque crescendo il malcontento: l’impossibilità di offrire servizi 4G. I contratti degli Mvno non lo prevedono e gli operatori preferiscono per il momento tenere il 4G per sé, come fattore competitivo.

Al momento, Tiscali, Coop e Fastweb (tra gli altri) stanno contrattando con i rispettivi operatori ospitanti per avere il 4G. E’ probabile che, con le contrattazini in corso, stiano ancora evitando di coinvolgere l’Autorità.

L’orientamento degli uffici Agcom sembra quello di proporre al Consiglio una qualche forma di correttivo, almeno sui paletti dei contratti.

Le linee dei virtuali sono oggi appena il 7,6 per cento del totale, con una crescita piatta (in un anno, +1,3%).

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