LA CRISI

Call center, allarme Assocontact: “Le aziende rischiano di perdere 20 milioni”

L’associazione teme che i fondi assegnati con la legge di stabilità 2015 possano essere usati per coprire la cassa integrazione straordinaria: “Danni soprattutto per le imprese del Sud”

Pubblicato il 01 Set 2015

Federica Meta

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A rischio i fondi per i call center virtuosi che nel 2007 avevano stabilizzati i proprio addetti. L’allarme lo ha lanciato Assocontact che ha inoltrato al sottosegretario al Welfare Teresa Bellanova, proprio su questo tema.

“L’associazione imprenditoriale dei contact center segnala il rischio che le aziende di call center cosiddette “virtuose” (quelle che nel 2007 avevano stabilizzato i propri addetti), possano perdere l’incentivo di 20 milioni di euro, spalmato in tre anni, assegnato loro dalla legge di stabilità del 2015 – spiega Assocontact – Si tratta di risorse indispensabili per le aziende, molte delle quali al sud e specie in Puglia, stanno scontando le conseguenze della pesante crisi del settore”.

Secondo l’associazione il rischio è che il governo dirotti le risorse alla copertura dei fondi per la cassa integrazione straordinaria, distraendoli dal capitolo della legge di stabilità dedicato al sostegno dei call center. Il trasferimento dei fondi è contenuto nel decreto legislativo di riordino degli ammortizzatori sociali che dovrebbe essere discusso nel prossimo consiglio dei ministri. Il provvedimento prevede appunto la soppressione del comma 22 dell’articolo 1 della legge di stabilità (legge n. 147 del 27 dicembre 2013) col quale si assegnava la somma di 24 milioni, poi – come detto – ridotti a 20 milioni con la successiva legge di stabilità, come sgravi contributivi al settore dei call center.

Le possibili obiezioni della Ue (gli sgravi contributivi equivarrebbero ad aiuti di stato) sono state superate finalizzando le risorse al finanziamento di corsi di formazione per il personale, quindi sostegno alla competitività delle aziende e non aiuto di stato. “Ora però – avvisa l’associazione – è concreto il rischio che nessuna delle aziende di call center che erano in attesa possa fare più affidamento su quelle risorse. Per queste aziende sarebbe un colpo piuttosto duro, forse vitale”.
Assocontact è in attesa di una risposta positiva da parte del Welfare e “conta che il governo non cancelli il comma 22 e mantenga la dotazione di 20 milioni per la formazione in un settore dove i costi di formazione del personale sonno uno dei capitoli di spesa più rilevanti”, conclude la missiva.

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