Telecom controllata dai francesi? Recchi: “I soldi non hanno passaporto”

Il presidente della telco: “La nazionalità delle aziende è un tema che appassiona tanti, a me preme che gli azionisti portino valore e credano nella società”. Quello che serve è “fare investimenti in settori strategici”

Pubblicato il 12 Ott 2015

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Tlc italiane in mano ai francesi? Per il presidente Telecom non c’è dubbio: “I soldi non hanno passaporto” ha detto rispondendo così indirettamente anche al M5S che parla di abdicazione da parte dello Stato sulla banda ultralarga “a favore di Telecom“, azienda “ormai” controllata dai francesi.

“La nazionalità delle aziende – ha detto Giuseppe Recchi – è un tema che appassiona tanti, a me invece preme che gli azionisti portino valore e credano nell’azienda, i soldi non hanno passaporto”. Quello che serve, ha aggiunto, “è fare investimenti in settori strategici”. A questo proposito, alla domanda se le sinergie con Vivendi possano portare licenziamenti, Recchi ha risposto: “Il nostro obiettivo è crescere”.

“Noi dobbiamo studiare ogni possibile opzione che favorisca investimenti e contribuisca allo sviluppo dei nostri piani” ha detto Recchi. E rispetto all’esito di una riapertura del dossier Metroweb “non equivale al fare o non fare la banda ultra larga che si fara'” ugualmente.

Sul tema del debito “abbiamo un Mol di 8,5 miliardi che finanzia investimenti – ha detto -: Il tema del debito è passato e risolto anche se ci sono ancora alcuni falsi miti”. Recchi ha spiegato come Telecom Italia generi 8 miliardi e mezzo di margine operativo lordo che servono “soprattutto a finanziare gli investimenti” pari a circa 10 miliardi in tre anni. “Ci dobbiamo concentrare sul fare le infrastrutture”, ha concluso il presidente ricordando come l’obiettivo di Telecom sia di portare la copertura 4G al 95% della popolazione al 2017 e la fibra al 75% della popolazione laddove oggi questa arriva al 40%.

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