Huawei, pressing sull’Itu: “Senza nuove frequenze niente Internet of Things”

Zou Zhilei, presidente della multinazionale cinese, all’Itu Telecom World di Budapest: “Le bande già identificate per la banda larga mobile devono essere assegnate al più presto agli operatori mobili”

Pubblicato il 14 Ott 2015

Flavia Gamberale

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Huawei si fa sentire e chiede all’International Telecommunication Union, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di definire gli standard nelle telecomunicazioni, di accelerare l’assegnazione dello spettro radio agli operatori mobili affinché possa decollare lo sviluppo dell’Internet of Things e delle reti di quinta generazione.

L’appello a firma della multinazionale cinese dell’Ict è risuonato ieri dal palco dell’Itu Telecom World, grande evento che ha visto a raccolta i giganti dell’Ict, le Telco, nonché diversi ministri europei ed extra-Ue riunti a Budapest per discutere degli impatti della rivoluzione digitale sul mondo delle Telecomunicazioni, con un’inevitabile ridefinizione dei modelli di business delle imprese di settore.

A prendere parola, di fronte a una folta platea di addetti ai lavori, è stato Zou Zhilei, Presidente di Huawei Carrier Bg, il quale ha ricordato che “le bande di frequenza già identificate per la banda larga mobile in occasione delle World Radiocommunication Conference 2007 e 2012 dovrebbero essere assegnate al più presto agli operatori mobili”.

Al prossimo WRC-15 tutti i partner industriali “dovranno collaborare per la futura disponibilità di ulteriori porzioni di spettro”, che, secondo Zhilei, sarebbe auspicabile raggiungesse una capienza di almeno 2Ghz per poter supportare adeguatamente nei prossimi cinque anni la diffusione della banda larga mobile.

“Chiediamo che lo spettro radio sia assegnato in ampi blocchi e a prezzi adeguati in modo che i governi e gli operatori riescano a promuovere congiuntamente lo sviluppo del settore e condividere i benefici dell’economia digitale resi possibili dall’Ict”, ha quindi sintetizzato il Presidente di Huawei Carrier Bg.

Un messaggio certamente “interessato”, visto che quella dell’ampliamento e dell’allocazione dello spettro radio è una partita strategica per garantire il decollo dei servizi basati sull’Internet of Things e delle reti mobili di quinta generazione, sul cui sviluppo fino al 2018 il gruppo cinese ha in programma investimenti per oltre 600 milioni di dollari.

A margine del suo intervento, Zhilei ha poi precisato a Corcom che in questo disegno d’espansione un ruolo di grande importanza lo gioca l’Europa, dove Huawei opera in 17 centri di ricerca, con più di 7.700 dipendenti, di cui 850 impegnati nei laboratori R&D.

“Nel continente europeo, che per noi ha un grande valore, confermiamo investimenti a lungo termine”, ha dichiarato il Presidente di Huawei Carrier Bg a Corcom.

Durante l’Itu Telecom Forum, si è poi messo a fuoco come stanno rapidamente cambiando le richieste del mercato e le modalità di approccio all’offerta delle industrie di Telecomunicazione, con la fruizione video che è destinata sempre più a fare la parte del leone rispetto ai più tradizionali servizi voice.

“Entro il 2020”, ha pronosticato Zhilei, “il 90% del traffico generato sulle reti mobili sarà costituito dai video”.

Contenuti che, per sodisfare realmente la clientela, dovranno avere queste caratteristiche: essere trasmessi in tempo reale, on demand, sempre disponibili online e adattabili ai canali social.

Da qui la necessità, ribadita durante il Forum da Huawei, di potenziare l’infrastruttura di rete. Un compito che vede coinvolti a vario titolo: le Telco; le imprese Ict, in grado di fornire il know tecnologico a queste ultime; e infine i Governi, chiamati a favorire gli investimenti su tale segmento, strategico per lo sviluppo economico di ogni Paese.

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