VimpelCom accantona 900 mln di dollari per indagine in Uzbekistan

Le risorse destinate a coprire eventuali perdite legate a un’inchiesta sui rapporti con la società Uzbek Takilant. Sotto le lente eventuali pagamenti illegali per ottenere le licenze

Pubblicato il 03 Nov 2015

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Novecento milioni di dollari accantonati nel terzo trimestre 2015 per coprire eventuali perdite legate a un’indagine sulle sue attività in Uzbekistan, avviate dalla Securities and Exchange Commission (Sec), la Consob degli Stati Uniti, dal dipartimento di Giustizia Usa e dall’Openbaar Ministerie olandese (organo della pubblica accusa nel Paese). E’ la decisione di VimpelCom, il colosso internazionale della telefonia che controlla Wind ed è il terzo operatore di telecomunicazioni in Russia.

Le inchieste in corso riguardano le attività di Vimpelcom in Uzbekistan e i precedenti accordi con Takilant. In particolare gli inquirenti cercano di stabilire se Vimpelcom abbia effettuato dei pagamenti illegali alla Takilant per assicurarsi delle licenze in Uzbekistan. Già a febbraio Vimpelcom aveva avviato delle valutazioni sulle potenziali esposizioni correlate a queste indagini. Non vi sono comunque certezze al momento sugli eventuali costi o sul termine delle inchieste

VimpelCom non è la prima società ad aver problemi in Uzbekistan, come dimostrato dalle indagini delle autorità svedesi su TeliaSonera per presunte tangenti e dalla confisca dei beni di Mobile TeleSystems.

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