TELEVISIONE

Telecomando, la rivincita di Agcom in Cassazione

Annullata la sentenza del Consiglio di Stato che aveva bloccato il piano Lcn dell’authority e nominato un commissario. Torna così in ballo lo schema di ordinamento automatico dei canali del digitale terrestre che il garante aveva stabilito nel 2013

Pubblicato il 02 Feb 2016

A.S.

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Per l’authority guidata da Angelo Marcello Cardani si è trattato di una vera e propria rivincita: la Cassazione ha dato ragione all’Agcom sull’ordinamento automatico dei canali del digitale terrestre, la cosiddetta Lcn. I giudici della suprema corte, scrive Andrea Secchi su Italia Oggi – hanno infatti accolto il ricorso dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (uno analogo era di TI Media) e cassato senza rinvio la sentenza 6021/2013, quella con cui il Consiglio aveva annullato in parte il secondo piano Lcn, fatto nel 2013, e nominato un commissario ad acta per correggerlo.

L’Autority, in seguito a un ricorso di Telenorba, si era prima vista parzialmente annullare il primo piano del 2010, reo di aver assegnato alle tv nazionali generaliste il 7, 8 e 9 del telecomando anziché alle locali, e successivamente aveva subito la stessa sorte anche sul secondo piano, con cui aveva confermato quanto già deciso in precedenza pur avendo rifatto l’indagine sulle preferenze dei consumatori. L’Agcom, infatti, non era tornata sui suoi passi, spiegando che il contesto tecnico e di mercato con il passaggio al digitale era ormai cambiato.

Il risultato, con la nuova sentenza, è che potrebbe entrare in vigore proprio lo schema di ordinamento automatico deciso con la delibera 237/2013 di fatto mai utilizzato e in parte annullato dal Consiglio con la sentenza cassata. Potrebbe perché finora è stato prorogato l’ordinamento precedente, ma a questo punto non è detto che il ministero per lo sviluppo economico non prepari un provvedimento legislativo che regolamenti la questione, sottraendola ai numerosi ricorsi amministrativi con cui è stata bersagliata in questi anni e dando certezza agli operatori (e a chi ha investito nella numerazione magari acquistandola). Con l’entrata in vigore del nuovo piano, infatti, ci dovrà essere una ri-assegnazione delle posizioni sul telecomando e non è detto che per qualcuno non sorgano problemi. Da attendere, inoltre, il prossimo consiglio dell’Agcom in cui si discuterà il da farsi una volta preso atto della sentenza.

Il piano del 2013, in ogni caso, non sconvolge quello precedente, dal momento che le tre posizioni oggetto del contendere, 7 ma soprattutto 8 e 9, restano alle generaliste nazionali. Si allarga però lo spazio dedicato alle reti tematiche nel primo arco, ovvero fra i primi 100: oggi si trovano fra il numero 21 e il 70, domani potrebbero essere fra il 21 e il 96, sempre in blocchi di semigeneraliste, bambini, informazione, cultura, sport, musica e televendite. Parallelamente si ridurranno i numeri destinati alle tv locali sempre fra i primi 100, anche se restano quelli dal 10 al 19 e si aggiungono altre numerazioni in posizioni avanzate.

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