LA CRISI

Almaviva, monta la protesta a Palermo. I sindacati: “Serve tavolo nazionale”

Nuova giornata di sciopero prevista per il 17 gennaio. I lavoratori chiedono regole più stringenti: stop a delocalizzazioni e gare al massimo ribasso. “Vertenza che impatta su tutto il settore”

Pubblicato il 10 Feb 2016

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Tornano nuovamente in piazza, a Palermo, i lavoratori di Almaviva, per sollecitare il rispetto degli impegni assunti dalla Regione e dalla Prefettura nel corso degli ultimi incontri sulla vertenza. Una giornata di sciopero si terrà il 17 febbraio, la terza in pochi mesi. Un corteo, sempre mercoledì prossimo, si muoverà alle 9 da piazza Croci diretto in via Cavour, dove sarà organizzato un sit-in davanti alle sede della Prefettura. La manifestazione sarà preceduta da un sit-in che si terrà martedì prossimo, alle 13, davanti all’assessorato regionale Attività Produttive, in via degli Emiri, a Palermo. Le iniziative sono organizzate da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Ugl.

“L’assessore alle Attività produttive, Mariella Lo Bello – spiegano i sindacati – due settimane fa si era assunta l’impegno di convocare le committenze dei più grossi appalti di contact center operanti in Sicilia e successivamente i vertici delle singole aziende in outsourcing siciliane, per studiare iniziative di sostegno per tutto il settore che rappresenta il più grosso comparto industriale dell’Isola”. “Al Prefetto – aggiungono Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo-Trapani ed Eliana Puma Rsu Fistel – sollecitiamo la richiesta di apertura di un tavolo nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per dare risposte certe ai lavoratori e garantire il rispetto delle leggi del settore ad oggi violate, perché questa violazione è la causa principale della crisi dei call center”.

“Se non si impone il rispetto delle regole – sottolinea Daniela De Luca, segretario Cisl Palermo-Trapani – non sarà solo Almaviva a rischio ma tutte le aziende del settore, bisogna tutelare questo comparto produttivo che in Sicilia conta 20 mila addetti. Palermo inoltre non può permettersi di per perdere 1500 posti di lavoro. Governo nazionale e regionale si impegnino affinché si trovino subito le soluzioni adeguate”.

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