DOPO IL CDA

“Segnali di piena fiducia ai vertici Telecom”, soddisfazione di Asati

I piccoli azionisti: “Lieti dell’appoggio dei francesi al piano. Un improvviso changement total sarebbe incomprensibile per il mercato ma anche indice di scarsa affidabilità del neo azionista”

Pubblicato il 18 Mar 2016

F.Me

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Asati accoglie con favore l’endorsement di Vivendi al piano Telecom. Lo evidenzia una nota dei i piccoli azionisti di Telecom.

Siamo ben lieti – si legge – che l’azionista di maggioranza relativa abbia dichiarato, in riferimento a TI: “Siamo qui perché crediamo veramente nello sviluppo strategico della società che ha un potenziale importante”. Tutto ciò è merito dei vertici esecutivi, invece a torto messi in discussione dai mass media un giorno si e uno no, e soprattutto merito del forte e competente middle management che ha fatto grande Telecom e utilizzato al meglio la tecnologia disponibile.

Secondo Astati, “il tenore della dichiarazione, senza dubbio impegnativa, affiancato al non aver messo in discussione l’attuale assetto del cda – nonostante le segnalazioni ricevute -, non possono che farci concludere che l’attuale management continui a godere anche della piena fiducia dell’attuale azionista di riferimento”

“D’altro canto, tale lettura ci sembra confermata anche dal mercato che, questa mattina, ha aperto con un significativo rialzo del titolo delle azioni ordinarie (+1,68%) – prosuegono i piccoli azionisti – Un improvviso changement total, salvo intervengano fattori oggettivi, sarebbe non solo incomprensibile per il mercato ma anche indice di scarsa affidabilità del neo azionista. Ci auguriamo, quindi, che il cda continui nell’attuazione operativa del piano presentato, fino alla sua naturale scadenza”.

A destare qualche perplessità la decisione del cda, preceduta dall’approvazione da parte Comitato per il controllo e i rischi “di modificare la procedura per la gestione delle parti correlate, relativamente alle operazioni infragruppo, che, nella sostanza, ci sembrerebbe volta a facilitare gli interessi (diretti o indiretti) della parte correlata (leggi: Vivendi). Non vorremmo che, gli interessi strategici di cui sopra servissero a creare un velo di apparenza per altri interessi strategici!”, conclude Asati.

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