IL PIANO

Telecom avvia l’iter per tagliare 170 manager

Entra nel vivo il piano Cattaneo: priorità a chi ha maturato i requisiti pensionistici. Previsti incentivi per le uscite volontarie

Pubblicato il 22 Lug 2016

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In Telecom Italia è arrivato il momento di tagliare i manager: da qui al 2018, nella capogruppo Tim, ne dovranno uscire 170 su 648. Lo scrive il Sole 24 Ore, precisando che il taglio riguarderà 1 poltrona su 4.

L’arrivo di Flavio Cattaneo, ricorda il Sole, alla guida del gruppo Telecom ha avviato un piano straordinario di riduzione dei costi che dovrà consentire alla struttura di lavorare sui ricavi e sui costi.

La patata bollente è nelle mani di Francesco Micheli, già responsabile dei Progetti speciali del gruppo Telecom e delle risorse umane e sviluppo organizzativo. Manager di lungo corso, Micheli ha gestito, sempre attraverso l’accordo con il sindacato, l’impatto sui lavoratori delle maggiori fusioni e ristrutturazioni del credito, che non hanno risparmiato anche i dirigenti, oltre a due contratti collettivi nazionali dei bancari come vicepresidente di Abi e presidente del comitato affari sindacali e del lavoro.

La cornice formale in cui si dovrebbe inscrivere l’intesa sull’ipotesi di accordo tra Federmanager, che rappresenta i dirigenti, e l’azienda è la legge 223. Lo schema prevederebbe che delle 170 uscite previste, le prime riguardino i dirigenti che hanno già maturato i requisiti per la pensione. A seguire coloro che hanno maturato i requisiti per fruire dell’articolo 4 della legge Fornero che consente al lavoratore a cui mancano non più di 4 anni per uscire dal mondo del lavoro di andare in pensione in anticipo, attraverso un accordo sindacale. Coloro che appartengono a questo secondo gruppo potranno uscire prima in forma volontaria e poi obbligatoria. L’azienda ha comunque previsto un accompagnamento all’uscita importante per chi vorrà uscire volontariamento che prevede tra l’altro un budget pari a 50mila euro per coprire gli eventuali oneri di ricongiunzioni contributive e del riscatto della laurea e un contributo di 20mila euro per chi volesse avviare un’attività imprenditoriale. Al di là delle uscite che potranno avvenire nell’ambito dell’accordo collettivo, per tutti i dirigenti che si presenteranno individualmente per perfezionare una risoluzione volontaria del rapporto di lavoro è prevista un’integrazione al trattamento di fine rapporto fino a un massimo di 20 mensilità, oltre al preavviso che può variare da 9 a 12 mesi.

Non ultima è prevista anche una novazione retributiva e normativa, secondo la quale se un dirigente accetta di tornare quadro e l’azienda ha una posizione da offrirgli la soluzione è presto fatto. La trattativa che ha cercato di contenere l’impatto sui manager interessati e di alzare quanto più possibile, pur nell’ambito dell’obiettivo generale del taglio dei costi, lo scivolo per l’uscita, consentirà di riaprire con più ampio respiro i percorsi di carriera dando spazio ai giovani più meritevoli. Le uscite che gradualmente si verificheranno di qui al 2018 creeranno infatti opportunità per fare crescere le aree professionali e i quadri.

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