IL CASO

Apple replica all’Antitrust russo: “Nessun obbligo sui prezzi di iPhone”

Respinte le accuse in merito all’indagine su presunti accordi con 16 catene di negozi per predeterminare il prezzo di alcuni modelli di iPhone. L’azienda rischia una multa salata. Ma secondo l’Internet ombudsman Marinichev non ha commesso alcun illecito

Pubblicato il 10 Ago 2016

Patrizia Licata

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Apple respinge ufficialmente le accuse di price fixing in Russia: in una nota la casa di Cupertino replica che rivenditori e negozianti decidono i prezzi dei suoi prodotti in tutta libertà.

Nei giorni scorsi il Federal Anti-Monopoly Service russo ha annunciato di aver aperto un’inchiesta su presunti accordi illeciti di price fixing che riguardano gli Apple iPhone. L’authority ha dichiarato di aver osservato sul mercato “chiari segnali di violazione delle norme sul price fixing nella Federazione russa presso i rivenditori di iPhone di Apple, da cui è risultato un allineamento dei prezzi di questi smartphone”. L’ipotesi dell’authority russa, ha riportato il Wall Street Journal, è di collusione tra l’azienda americana e vari rivenditori in Russia per predeterminare i prezzi.

L‘Antitrust russo ha riferito di aver aperto l’indagine dopo che un cittadino aveva segnalato all’autorità che in 16 grandi catene di negozi del paese aveva trovato gli stessi identici prezzi per i modelli iPhone 6s e iPhone 6s Plus, in vendita in Russia da ottobre 2015. Il Federal Anti-Monopoly Service ha poi verificato che in effetti i prezzi erano rimasti allineati, anche su altri modelli della Mela, per un determinato periodo di tempo.

L’ufficio stampa di Apple ha però prontamente replicato dichiarando che non ha mai obbligato i rivenditori russi a predeterminare i prezzi dei suoi prodotti: “I negozianti fissano autonomamente i prezzi dei prodotti Apple in Russia come nel resto del mondo”. Il Federal Anti-Monopoly Service ipotizza al contrario che Apple abbia in qualche modo costretto i negozianti russi a considerare i prezzi “suggeriti” per gli iPhone come “obbligatori”. Se dimostrerà che c’è stato price fixing, l’Antitrust russo ha l’autorità per imporre multe alle aziende che considera colpevoli di comportamento anti-concorrenziale.

L’apertura dell’inchiesta è stata criticata da Dmitry Marinichev, Internet ombudsman nominato dal govero russo, secondo cui è eventualmente contro i negozianti e non contro Apple che dovrebbe rivolgersi lo scrutinio dell’authority. “Punire Apple sarebbe impossibile, è un’azienda commerciale che opera sul libero mercato e decide da sola il livello di prezzo in un dato mercato”.

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