L’inchiesta sul riciclaggio fa saltare la Ngn

Era previsto per i primi di marzo il battesimo della Newco da parte di Fastweb, Wind e Vodafone per la realizzazione di un’infrastruttura alternativa a quella di Telecom Italia. Ma l’autosospensione di Parisi ha messo a repentaglio il piano

Pubblicato il 14 Apr 2010

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Si cominciano a contare i primi “danni” frutto dell’inchiesta
sul riciclaggio. I maxi accantonamenti messi sul piatto da Telecom
Italia e Fastweb per evitare il commissariamento pesano sui bilanci
delle aziende. E soprattutto il caso si è esteso al di là dei
confini aziendali.

Secondo quanto riferisce il quotidiano La Repubblica, era fissata
per il mese di marzo la nascita della Newco per la realizzazione
della rete telefonica Ngn. Fastweb, Wind e Vodafone i soci pronti a
sottoscrivere l’accordo per dare vita ad un’infrastruttura
alternativa a quella di Telecom Italia portando in dote i propri
asset (le reti).

"Il progetto – si legge nelle slide di cui il quotidiano è
venuto in possesso – prevede la costituzione di una società
partecipata dagli operatori alternativi che si occupi della
realizzazione e della manutenzione della Ngn, mentre i servizi ai
clienti finali verranno erogati dai singoli operatori in regime di
piena concorrenza. L'obiettivo è il cablaggio delle maggiori
15 città. I tempi di realizzazione sono stimati in cinque anni e
l'investimento relativo in 2,5 miliardi di euro".

Ma l’inchiesta ha fatto saltare tutto. L’autosospensione di
Stefano Parisi, numero uno di Fastweb, costringe a rivedere i
termini dell’accordo sottoscritto, almeno verbalmente, insieme
con Paolo Bertoluzzo e Luigi Gubitosi, gli Ad di Vodafone Italia e
Wind, che avrebbero dovuto incontrarsi con esponenti del Governo
per formalizzare il piano.

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