LA MOBILITAZIONE

Lavoratori Tim in sciopero, l’azienda: “Nessun esubero, continuiamo a investire”

Mobilitazioni in tutta Italia contro la disdetta unilaterale del contratto. La compagnia smentisce i tagli: “Salvaguarderemo il perimetro organizzativo e gestiremo le eccedenze produttive attraverso processi di riqualificazione”. Anche Asati in piazza

Pubblicato il 13 Dic 2016

Federica Meta

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Nessun esubero in Tim. Nel giorno dello scipero di otto ore dei lavoratori, la compagnia smentisce “qualsiasi indiscrezione relativa all’individuazione di esuberi all’interno della società e all’avvio di procedure di legge conseguenti”.

La mobilitazione è stata indetta dalle segreterie nazionali di Slc-Cgil Fistel-Cisl Uilcom-Uil contro la disdetta unilaterale dell’accordo aziendale. Le tre parole chiave della vertenza sono: lavoro, contratto, dignità. “Il lavoro – spiegano i sindacati – messo in discussione dalle scelte disastrose prese dal management Tim negli ultimi anni; il contratto (aziendale) disdettato unilateralmente da Tim a ottobre con la cancellazione a partire da febbraio di diritti, tutele e salario conquistati in anni di lotte; la dignità del lavoro che verrebbe meno se venissero accolte le irricevibili proposte aziendali su orario di lavoro, demansionamento, controllo a distanza, taglio di diritti e salario”.

L’azienda però ribadisce alle organizzazioni sindacali la volontà dell’attuale management di salvaguardare il perimetro organizzativo e di gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione “che porteranno – spiega la nota Tim – a un più efficace impiego delle competenze dei singoli, consentendo l’internalizzazione di attività ad alto valore aggiunto e il potenziamento delle attività legate al core business aziendale”.

“Tim – si legge nel comunicato – ha inoltre avviato un piano straordinario di contenimento dei costi di struttura e di miglioramento della spesa senza influenzare, neppure in minima parte, il livello degli investimenti previsti né l’attuale costo del lavoro. Tim, infatti, è fortemente impegnata per lo sviluppo delle infrastrutture e per la digitalizzazione del Paese grazie a un piano di investimenti di 4,5 miliardi di euro per lo sviluppo della banda ultralarga fissa e mobile nel triennio 2016-2018. Un impegno che ha permesso già a inizio novembre di centrare gli obiettivi di copertura della fibra ottica e del 4G previsti per la fine del 2016, e di incrementarli ulteriormente”.

“Questi risultati – sottolinea Tim – hanno consentito all’azienda anche di incrementare il fatturato registrando il miglior risultato dal 2007 delle attività in Italia. Allo stesso tempo è stato avviato un confronto con le organizzazioni sindacali finalizzato alla ricerca di soluzioni che consentano di adeguare le previsioni dell’accordo del maggio del 2008 alle mutate condizioni di mercato e alla conseguente esigenza di migliorare i livelli di servizio per la clientela anche nella prospettiva, in particolare, di condividere misure e soluzioni normative a sostegno degli inevitabili progetti di riqualificazione e riposizionamento professionale, funzionali a nuova occupabilità aziendale sostenibile”.

La trattativa sindacale, secondo l’azienda, “è improntata ad ampia disponibilità a discutere ed è ispirata ad una filosofia di recupero di produttività interna e una redistribuzione degli auspicabili risultati ottenuti”.

La disdetta dell’accordo del 2008, purtroppo storicamente privo di scadenza, e non della contrattazione di secondo livello, va letta come peraltro chiarito alle organizzazioni sindacali, quale adempimento finalizzato ad avviare un nuovo tavolo di confronto caratterizzato da celerità e certezza dei tempi di trattativa”, conclude la nota di Tim.

I lavoratori della Telecom scesi in piazza chiedono più trasparenza nella gestione degli appalti, con la riduzione di spesa e la visibilità di queste operazioni, oltre al blocco dei premi individuali raggiunti attraverso “canvass” e delle gare tra singoli dipendenti. Secondo i lavoratori, inoltre è inaccettabile l’idea aziendale di demansionamento massivo dei lavoratori. Tagliare sì, ma i bonus per i dirigenti e puntare sulla redistribuzione delle risorse economiche attraverso un premio di risultato per tutti e che possa ridare entusiasmo e senso di appartenenza ai quasi 50mila lavoratori anche attraverso una migliore organizzazione aziendale.

Secondo Cgil, Cisl e Uil, “le azioni annunciate dall’ad Cattaneo – come efficientamento, maggiore competitività e sviluppo, più aggressività sul mercato, inizialmente accolte con attenzione ed interesse – alla fine hanno impattato con estrema durezza nella quotidianità lavorativa. In questa realtà la confusione “gestionale” dell’organizzazione del lavoro permane e si somma ad una ondata di azioni unilaterali intraprese dell’azienda”.

Allo sciopero ha aderito anche Asati, “favorendo la partecipazione di oltre 600 dipendenti azionisti“, dice una nota. “Oggi in tutta Italia grande partecipazione allo sciopero di 8 ore dei dipendenti Tim, oltre 13000 scesi in piazza, e ci risulterebbe con una adesione, ad oggi, di oltre il 60% – annuncia Asati – Il dato definitivo dell’adesione sarà noto solo nella mattinata di domani. In particolare, a Roma, la manifestazione si è svolta con la riunificazione di tutte le sigle sindacali. Oltre alle sigle ufficiali di categoria, hanno partecipato lo Snater, Cobas, Ubs e tantissimi lavoratori non iscritti ai sindacati. Si è trattato di una manifestazione spontanea che, partendo da piazza Barberini, con oltre 1500 lavoratori, si è riunita a piazza SS Apostoli raggruppando circa 3000 lavoratori”.

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