LA SENTENZA

Dossier illegali Telecom, condannati Bernardini e Cipriani

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ribalta in parte la sentenza di primo grado: 5 anni e otto mesi per l’ex funzionario Sisde e 5 anni per l’investigatore privato. I reati degli atri 5 condannati nel 2013 caduti in prescrizione. Diversi i risarcimenti alle parti civili

Pubblicato il 13 Dic 2016

telecom-italia-160317120037

Cinque anni e otto mesi per l’ex funzionario del Sisde Marco Bernardini e cinque anni per l’investigatore privato Emanuele Cipriani. Si chiude così il processo d’appello sulla spy story relativa ai cosiddetti dossier illegali di Telecom, scoppiata nei primi anni del 2000. L’inchiesta coinvolse allora alcuni uomini della security del gruppo di telefonia e di Pirelli accusati di aver confezionato illegalmente una serie di report di noti personaggi dell’epoca.

Il verdetto emesso questo pomeriggio dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano ha in parte ribaltato l’esito del processo di primo grado, arrivato a sentenza nel febbraio 2013 con la condanna di 7 presunti appartenenti alla cosiddetta “squadra Tavaroli“, dal nome dell’ex capo della security di Telecom e Pirelli che nel frattempo è uscito dal procedimento patteggiando la pena a 4 anni e 2 mesi. Il motivo? A circa 10 anni dagli arresti, scattati nel 2006, la maggior parte delle accuse (associazione a delinquere, corruzione e accesso abusivo al sistema informatico) sono cadute in prescrizione. L’unica accusa rimasta in piedi è quella di rivelazione di notizie sensibili relative al segreto di Stato che ha portato alla condanna di Bernardini e Cipriani.

Così, il collegio presieduto da Sergio Silocchi, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Daniela Meliota, ha disposto una serie di “non doversi procedere” per quattro imputati: l’ex componente del cosiddetto “Tiger Team” Andrea Pompili, l’imprenditore Roberto Preatoni, il giornalista Guglielmo Sasinini e l’ex sindacalista Antonio Vairello. E’ stato invece dichiarato il difetto di giurisdizione nei confronti di Angelo Jannone, ex reponsabile della security di Telecom Brasil.

Diversi i risarcimenti disposti a favore delle parti civili. Tra queste, spicca il caso dell’ex segretario generale di Telecom Vittorio Nola e dell’ex capo della sicurezza Piero Gallina, coinvolti nella vicenda della falsa microspia rintracciata nell’agosto 2001 sull’auto dell’ex amministratore delegato Enrico Bondi e proprio per questo costretti alle dimissioni. Secondo i giudici, Nola e Gallina, assistiti dagli avvocati Irma Conti e Alessandro Cassiani, hanno subito “un danno non patrimoniale” e perciò Bernardini e Cipriani, insieme responsabile civile Pirelli, dovranno versare a loro favore un risarcimento che sarà quantificato in sede civile. Tra le vittime della presunta attività di dossieraggio i Democratici di Sinistra, oggi confluiti nel Pd, che saranno risarciti con 50mila euro, così come già stabilito nel primo grado di giudizio.

Revocata, invece, la provvisionale da 10 milioni di euro disposta in primo grado a favore di Telecom: anche in questo caso, sarà un giudice civile a stabilire l’esatta entità del risarcimento a favore del gruppo di telefonia.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati