Piccoli azionisti nei cda, presentata la proposta di legge

L’iniziativa porta la firma del deputato Pd, Marco Miccoli. Il plauso di Asati: “Ingresso negli consigli e negli organi di controllo garanzia di trasparenza”

Pubblicato il 19 Dic 2016

Far entrare i piccoli azionisti nei Cda e negli organi di controllo delle grandi aziende. E’ questo l’obiettivo della recente proposta di legge – primo firmatario il deputato Pd, Marco Miccoli. E Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom, plaude all’iniziativa “dopo aver per anni sollecitato l’azienda a modificare lo Statuto introducendo un ruolo ufficiale per i piccoli azionisti nella governante di Tim”.

“Siamo stati particolarmente soddisfatti per la convergenza e la sinergia che si sono create e hanno condotto alla presentazione della proposta di legge – spiega una nota di Asati – L’obiettivo è quello di evitare i costosi errori del passato che hanno permesso, in molti casi, a gruppi ristretti di azionisti di controllo di prendere decisioni che sono risultate penalizzanti per le aziende e per il valore del titolo. Come noto, molte di queste decisioni hanno favorito imprese esterne, legate agli azionisti di controllo o a membri dei consigli di amministrazione, anziché l’interesse societario”.

Per l’associazione è evidente che la presenza di rappresentanti degli azionisti al dettaglio o “piccoli” azionisti, estranei a questi grandi giochi di potere, costituirebbe garanzia di controllo e trasparenza, introducendo quell’elemento di indipendenza che, oggi, in molti casi è solo formale.

“La proposta cade, per noi, in un momento assai significativo in cui Tim, anziché proseguire sulla strada degli importanti riconoscimenti di partecipazione e confronto che vi erano stati negli ultimi anni, ascoltando concretamente sia i dipendenti sia la nostra Associazione (rappresentante oltre 8mila piccoli azionisti), ha decisamente cambiato marcia – evidenzia il presidente Franco Lombardi – Riprova ne sono gli scioperi in corso nelle principali città d’Italia che stanno vedendo una partecipazione di dipendenti intorno al 70%. Ricordo che in un momento così delicato per la Società, la quale rischia di diventare terreno di battaglia dello scontro Vivendi-Mediaset, solo una forte unità di tutte le componenti potrebbe salvaguardarne il valore nel medio-lungo periodo”.

Per la vice presidente Francesca Corneli “l’approvazione della proposta introdurrebbe un importante cambiamento di prospettiva nell’assetto sistematico della disciplina giuridica, passando da un’impostazione sostanzialmente quantitativa del potere di amministrazione a una visione qualitativa: solo la presenza negli organi sociali di tutte le componenti dell’azionariato può salvaguardare l’interesse sociale anziché piegarlo a quello di alcuni soci”.

Alla proposta di legge sarà dedicato il prossimo convegno di Asati che si terrà nei primi mesi del 2017, al quale sono stati invitati il Presidente di Tim Giuseppe Recchi, l’Ad Flavio Cattaneoe il vicepresidente Arnaud de Puyfontaine.

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