LA VERTENZA

Almaviva Contact, salta il lodo: senza accordo da domani via ai licenziamenti

Il governo ritira la proposta che, a quanto risulta a Corcom, conteneva la cassa integazione, il controllo dei lavoratori e la formazione. Il tavolo riprende oggi: via alla riunione ristretta. Bellanova: “Voglio proposte concrete”. In assenza di quadra partiranno le prime lettere ai lavoratori di Roma e Napoli

Pubblicato il 20 Dic 2016

F.Me

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Si fa ancora più incadescente la vertenza Almaviva. Il lodo proposto dal ministro Calenda e dalla vice Bellanova è infatti saltato. Almaviva aveva risposto con un sì condizionato con cui accoglieva “la disponibilità del governo”, apprezzandone il significato, ma riservando agli amministratori dell’azienda la valutazione dei contenuti del lodo, “tenendo conto dell’esigenza imprescindibile di garantire la continuità economica aziendale”. Dai sindacati era arrivata una quasi bocciatura: la proposta era ritenuta “irricevibile”, perché a scatola chiusa.

Secondo quanto risultava a CorCom i punti chiave erano: Cassa integrazione senza pagamento del ticket aziendale, controllo sul lavoratore e formazione finanziata dalle Regioni per riqualificazione personale.

Il governo ha dunque fatto un passo indietro data l’estrema inconciliabilità delle posizioni delle parti.

La notizia arriva all’indomani di una giornata di sciopero per i lavoratori del gruppo, al centro di quella che Susanna Camusso ha definito una “gigantesca emergenza” che rischia di travolgere oltre 2.511 dipendenti. Due le ragioni addotte da Camusso: “La volontà dell’azienda che continua a minacciare licenziamenti o proporre condizioni inaccettabili per i lavoratori, e il continuo ‘no’ all’uso degli ammortizzatori sociali”. “Il Governo sta svolgendo un grande lavoro, speriamo che dia anche i frutti sperati e che vengano meno i ‘no’ dell’azienda in modo da concludere positivamente la vertenza: vorremo evitare – aveva detto la leader alla Cgil in mattinata – di trascorrere il Natale con un’amara sorpresa”.

Il tavolo si è dunque aggiornato ad oggi alle 12. Ma il tempo stringe e se non si trova un accordo in extremis, già da domani potrebbero partire prime lettere di licenziamento ai lavoratori delle sedi di Roma e Napoli, destinate alla chiusura come da piano di ristrutturazione aziendale.

Nel pomeriggio l’assemblea plenaria al Mise è stata sospesa perché su richiesta dei sindacati si sta già procedendo con una riunione ristretta, visto che azienda e governo si sono mostrati d’accordo. “Io sto qui fino all’ultimo minuto, ma dovete portare proposte concrete, non andiamo in ristretta per fare una seduta spiritica”. Questa la dichiarazione della viceministro Teresa Bellanova durante l’assemblea plenaria, invitando le parti a prendere sulle loro spalle “la responsabilita'” visto che “ci sono 2500 persone che aspettano una risposta, noi siamo disponibili fino all’ultimo secondo come lo siamo sempre stati”, ha ribadito Bellanova.

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