LA SCALATA

Vivendi-Mediaset, Calenda: “Nessun intervento del governo”

Il Governo non prevede provvedimenti ad hoc per bloccare la scalata: “Rispetto per il mercato anche se è un’operazione opaca”. Mediaset ascoltata oggi dalla Consob, domani sarà la volta di Vivendi

Pubblicato il 22 Dic 2016

Nessun intervento da parte del governo per bloccare la scalata di Vivendi a Mediaset. Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ribadendo che “c’è rispetto per il mercato anche se il mercato non è un dogma”. Quella di Vivendi “è un’operazione opaca ma non è detto che si facciano provvedimenti ad hoc”. Il ministro ha poi escluso incontri con i vertici del gruppo francese.

Intanto la Consob ha sentito i vertici di Mediaset nell’ambito degli accertamenti che la Commissione sta effettuando sulla battaglia finanziaria con Vivendi: “Esposto la vicenda, ma era già abbastanza chiara. Ora qualcuno deve giudicare”,” ha riferito Marco Giordani, cfo del gruppo di Cologno Monzese, uscendo dagli uffici della Commissione a Milano.

Domattina sarà la volta del ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, a essere ricevuto dai funzionari. Il fatto che i vertici di Mediaset siano ascoltati prima della ‘contraparte’ potrebbe significare che la Commissione voglia assumere dai manager del gruppo di Cologno Monzese gli elementi costitutivi del loro esposto per poi chiederne conto ai vertici del colosso francese dei media.

Ieri si è mossa Agcom: dopo il “fischio” della settimana scorsa, l’Autorità garante per le Comunicazioni “anche a seguito di un esposto presentato da Mediaset – si legge in una nota – ha deliberato all’unanimità di aprire un’istruttoria ai sensi dell’art. 43, comma 11 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (Tusmar)”. Il provvedimento di avvio, conclude la comunicazione dell’authority, “sarà notificato ai soggetti interessati ai sensi del regolamento e successivamente pubblicato sul sito web dell’Autorità”.

Due giorni fa Vivendi ha superato la soglia del 25% del capitale della società italiana, arrivando al 25,75% delle partecipazioni e al 26,77% dei diritti di voto: un’ulteriore avanzata azionaria di Bolloré, innalzato il livello dello scontro lungo l’asse Milano-Parigi.

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