Mediaset-Vivendi, il Governo al lavoro su norme contro le scorribande

Allo studio dei due ministeri nuove regole sulle operazioni finanziarie. Dal concerto con altri investitori agli obiettivi degli acquisti, previsti numerosi obblighi di comunicazione alla Consob

Pubblicato il 02 Feb 2017

Andrea Frollà

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L’esecutivo è pronto a scendere in campo per garantire maggiore trasparenza alla finanza italiana, in particolare alle scalate azionarie. Il Governo starebbe pensando a un emendamento alla legge sulla concorrenza che renda più trasparenti le operazioni finanziarie di scambio azioni e non solo, rendendo la Consob più potente in questo tipo di situazioni e allineando la regole italiane al più stringente scenario delle altre economie europee. A rivelarlo è il Sole24Ore che spiega come il Governo sia intenzionato ad accelerare su nuove norme “anti-scorrerie”, inserendo alcune novità nella legge sulla concorrenza il cui iter di approvazione è in partenza per il 21 febbraio.

I ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia, di concerto con la Consob, vorrebbero che nel caso di salita azionaria oltre diverse soglie (i multipli del 5% fino al 20%, forse anche 25%) scattino obblighi più stringenti degli attuali nella divulgazione di alcune informazioni. Alla Commissione nazionale per le società e la borsa andranno comunicati gli obiettivi a 6-12 mesi prefissati dall’investitore in salita, il modello finanziario dietro alle operazioni, l’eventuale presenza di player con cui si agisce di concerto e l’intenzione di ottenere posti in cda. Qualora la strategia subisse cambiamenti rispetto a questi elementi bisognerebbe comunicarlo con prontezza sempre alla stessa authority.

Il modello prescelto dal governo, smosso forse anche dal caso Mediaset-Vivendi che ha fatto parlare il titolare del Mise Carlo Calenda di “operazione opaca“, è in linea con la normativa vigente in Francia. Nemmeno a farlo apposta, proprio il paese da cui è partita l’offensiva di Vivendi. In terra transalpina, in aggiunta agli obblighi già citati, vige anche il paletto della comunicazione di possibili accordi di cessione temporanea di azioni e diritti di voto.

Il sentiment nei corridoi dei ministeri coinvolti da questa mossa, racconta il Sole24Ore, è “mai più un caso Vivendi”. Così configurata la norma agganciata alla normativa sulla concorrenza non produrrebbe effetti retroattivi sulla disputa BerlusconiBolloré. Né impedirebbe allo straniero di passare il confine. Però obbligherebbe gli attori a salire sul palco senza maschera. Guardando al caso Mediaset o al risiko in atto su Generali, non è assurdo pensare che questo possibile intervento come quello allo studio del duo Mise-Mef sia stato influenzato anche dall’attualità.

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