IL SUMMIT

Net neutrality, la Fcc chiama in causa Facebook & Co.

Il chairman dell’authority Usa Ajit Pai illustra la propria strategia per la “deregulation”. Tra i contrari Facebook, Google e Netflix. A favore Oracle. Mentre cresce la protesta delle associazioni dei consumatori

Pubblicato il 21 Apr 2017

A.S.

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Una serie di incontri con i vertici delle principali tech company Usa per illustrare loro la nuova strategia di Fcc sulla net neutrality. A portarli a termine nel corso della scorsa settimana è stato Ajit Pai, chairman della Federal communication commission, che ha visto gli executive di Facebook, Cisco, Oracle, Intel in una serie di riunioni che ha definito “costruttive” per trovare un terreno comune su cui proseguire: “Penso che i miei interlocutori abbiano apprezzato gli incontri – ha detto Pai durante una conferenza stampa e io ho sollecitato le loro opinioni sulle protezioni online”. A riportare la notizia è il New York Times, che sottolinea come l’intenzione della Fcc voglia allentare alcuni dei vincoli previsti dalla net neutrality, le norme cioè che impongono ai fornitori di connettività di rendere tutti i contenuti Internet accessibili allo stesso modo e alle stesse condizioni per i consumatori.

A difendere la net neutrality sono soprattutto le web companies, che sostengono come questo principio le metta al riparo dal dover pagare per poter veicolare i propri contenuti agli utenti. Pai, pur dicendosi d’accordo con questo assunto, ha però sottolineato come queste regole, create dalla commissione nel 2015, siano troppo restrittive per i broadband providers. Il nuovo presidente dell’Fcc, nominato dal presidente Donald Trump a gennaio con il compito di programmare una deregulation del settore rispetto all’era Obama, durante l’incontro con i giornalisti ha illustrato l’idea di cancellare le restrizioni sui prezzi per i giganti delle telecomunicazioni, e quella di dare ai grandi broadcaster statunitensi margini più ampi per accrescere le loro dimensioni tramite fusioni e acquisizioni. Ma tra gli obiettivi principali del nuovo presidente della Fcc, secondo il Nyt, ci sono la net neutrality e la classificazione della banda larga come una utility. Questioni sulle quali può godere del supporto dei parlamentari repubblicani, con i primi provvedimenti che potrebbero essere introdotti già nel corso di questo mese.

Facebook Intel hanno dato una risposta immediata alla richiesta di parere di Pai, mentre nell’incontro dei giorni scorsi con il presidente di Fcc la Internet Association, che vede tra i propri membri la stessa Facebook, Google e Netflix, aveva chiesto a Pai di non apportare nessuna modifica alle norme in vigore.

Quanto a Cisco, Pai avrebbe chiesto al Ceo dell’azienda, Chuck Robbins, di aprire un dialogo informale sul tema con altri protagonisti della Silicon Valley. Secondo quanto riportato da un portavoce della società, l’incontro sarebbe avvenuto nei giorni scorsi all’interno del campus di Cisco a San Jose, in California. Dal canto suo Oracle invece aveva già annunciato il proprio parere favorevole alla nuova agenda di Fcc.

Segnali di allarme arrivano, come era prevedibile, dalle associazioni dei consumatori. Tra le voci critiche anche quella di Michael Copp, ex commissario Fcc e oggi special adviser dell’associazione “Common Cause”, secondo cui aziende come At&t e Comcast avrebbero messo in moto le proprie lobby per spingere verso una revisione delle norme: “Questo è il prezzo che paghiamo per la sempre maggiore influenza del denaro sulla politica – afferma – A soffrire è l’interesse pubblico, e questo ci rende tutti più poveri, economicamente e come cittadini”.

Alla base del progetto della nuova Fcc c’è l’idea che le telco debbano avere più libertà nel fissare le tariffe, che potrebbero così crescere anche per le piccole e medie imprese, gli ospedali o le biblioteche: “La regolazione dei prezzi – secondo Pai – minaccia la competizione e gli investimenti”.

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