L'ASSEMBLEA

Telecom, De Puyfontaine: “Oggi gruppo più forte che mai”. Parte sfida a Iliad

Il manager francese in assemblea: “Per la compagnia il meglio deve ancora venire, saremo l’alternativa ai player anglosassoni”. L’Ad Cattaneo: affila le armi in vista dello sbarco di Niel: “Non prendiamo sotto gamba nessuno”

Pubblicato il 04 Mag 2017

F.Me

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“In pochi mesi abbiamo tolto il segno meno alle nostre principali metriche. Ora c’è una grande possibilità di rilancio per tutto il gruppo”. Flavio Cattaneo, Ad di Telecom, evidenzia i miglioramento della compagnia in occasione dell’assemblea del gruppo in corso a Rozzano. “Torneremo alla crescita strutturale anche conquistando quote di mercato, anche attraverso nuovi servizi”, ha aggiunto Cattaneo.

I valori di Borsa di telecom Italia non riflettono il valore creato dal management nell’ultimo periodo, secondo Cattaneo, che comunque è fiducioso dal momento che le principali banche d’affari hanno rivisto al rialzo i target di prezzo. “Qualcuno potrebbe obiettare che la Borsa non riflette i risultati economici della società – ha dichiarato il manager nel corso dell’assemblea dei soci – io non posso non far presente i fattori esogeni che hanno impattato come l’ingresso di Iliad e di Enel Open Fiber sul mercato”. Cattaneo ha puntato l’indice anche sull’effetto esercitato dal convertible che ha definito “molto pesante”. In più sui corsi di Borsa hanno pesato gli effetti internazionali e nazionali, come la preoccupazione dei mercati rispetto a alla tenuta del Paese dal punto di vista finanziario”. Cattaneo ha quindi ribadito: “Crediamo che la nostra attività riuscirà a creare valore anche per le azioni, tant’è che i target di prezzo delle principali banche d’affari danno prospettive migliori”.

Il manager ha assicurato che l’azienda si farà trovare pronta per la sfida con Iliad. “Quando Iliad è andata all’estero non ha avuto grande successo”, ha rilevato Cattaneo, affermando però che “non prendiamo sotto gamba nessuno, rispettiamo gli altri e rispettiamo noi stessi”.

L’Ad di Telecom ha quindi ricordato che anche Inwit “oggi sta a prezzi superiori a quanto offerto da Cellnex e noi crediamo di dare ulteriore valore. In più – ha proseguito – anche il valore del Brasile è salito del 35% in un anno”.

Cattaneo ha poi toccato il delicato tema dell’occupazione. “Abbiamo tutelato il lavoro, salvaguardando il perimetro occupazionale – ha sottolineato – Sotto il profilo economico ricordo il riconoscimento di un premio “una tantum” relativo alla performance 2016 e l’introduzione di politiche premiali fortemente meritocratiche. Per esempio dal primo aprile è in vigore un sistema di incentivazione mensile per i tecnici on-field che apprezza il contributo individuale, premiando il miglioramento del livello di produttività e le performance superiori alla media”.

Infine l’Ad ha ricordato che l’azienda di Tlc sta portando avanti una strategia per creare una rete eccellente e per accelerare sui servizi di nuova generazione e sulla rete ultrabroadband. “A fine 2019 la copertura arriverà al 99%, grazie anche a tecnologie wireless”, ha dichiarato, aggiungendo che l’azienda rafforzerà “la leadership nell’innovazione tecnologica con la sperimentazione 5G e la partecipazione ad importanti programmi per la creazione dell’ecosistema (Programma e ‘5G for Italy’)”.

Per Giuseppe Recchi, presidente di Telecom, “una governance, forte, chiara ma anche equilibrata è un ingrediente imprescindibile per poter garantire che le decisioni siano prese solo ed esclusivamente nell’interesse del gruppo”.

“Oggi siamo un gruppo in crescita, che sa intervenire nelle sacche di inefficienze rimaste nascoste per decenni. Rimuovere inefficienze non significa però togliere risorse, significa impiegarle meglio e concentrarle dove è più importante”, ha aggiunto Recchi, ricordando che grazie al recupero di efficienze operative Telecom ha potuto rilanciare ancor più sugli investimenti e sulla parte commreciale. “Telecom è la prima società in Italia per investimenti di capitali propri”.

Orientato alla crescita anche l’intervento dell’Ad di Vivendi nonché vice-presidente di Telecom, Arnaud de Puyfontaine. “Oggi il gruppo è più forte che mai, ma il meglio deve ancora venire”, ribadendo il sostegno ai manager del gruppo e l’intenzione di essere un azionista stabile.

“Vivendi scommette sulla cultura europea e latina per proporre un’alternativa ai player anglosassoni – ha spiegato de Puyfontaine – L’insieme formato da Telecom e Vivendi disporrà così di una massa critica per cogliere le opportunità ma anche per affrontare serenamente le sfide legate agli importanti cambiamento delle telecom e l’arrivo di un nuovo player”.

L’azionariato disgregato ha esposto Telecom alle mire speculative di azionisti opportunisti – ha proseguito il manager francese- con Vivendi invece si dota di un’azionista di riferimento e di un progetto di lungo termine destinato a riportarla in posizione di leadership. Focus anche sui dividendi. “Migliorare i servizi e il rapporto con il cliente insieme ad un miglior rapporto qualità-prezzo, permetterà al vostro gruppo di incrementare la sua quota di mercato, migliorare i suoi risultati, ridurre il suo debito e ricompensare la fedeltà di tutti voi azionisti di Telecom Italia con il pagamento di un dividendo”, ha evidenziato il manager francese.

All’assemblea erano presenti anche i rappresentanti dei lavoratori Tim, “disamorati”, secondo Guido Biagini, segretario generale Slc Cgil e dipendente Telecom. “Tenuto conto dei risultati positivi, quanto hanno contribuito i sacrifici dei lavoratori, dalla disdetta dell’integrativo alla solidarietà? – ha chiesto – La forza lavoro è determinante per le imprese ma Tim ha creato una complicata gestione delle persone con decisioni unilaterali e senza un supporto sindacale vero, gli obiettivi che Tim si propone li raggiungerà solo se tutti remano nella stessa direzione e invece c’è una disaffezione che testimonia che c’è qualcosa che non va”. In particolare la Slc Cgil (con Cub e Cobas che hanno aderito allo sciopero e che dovrebbero prendere anch’essi la parola in assemblea) contesta gli emolumenti al Cda e lo Special Award per l’amministratore delegato “sono sproporzionati”.

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