LA CRISI

Licenziamenti BT Italia, adesione del 70% allo sciopero

Slc, Fistel e Uilcom: “Continueremo il confronto con la direzione aziendale per scongiurare i tagli”. Solidarietà dai sindacati francesi e inglesi

Pubblicato il 26 Lug 2017

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Lo sciopero indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, contro la procedura di licenziamento di 202 lavoratori di BT Italia, ha visto l’adesione del 70% dei circa 900 dipendenti, tutte alte professionalità, “che in maniera univoca ed inequivocabile, hanno espresso il proprio NO al piano aziendale di taglio all’occupazione. Un risultato straordinario considerando il personale precettato ed il periodo di ferie.” Lo annuncia una nota congiunta delle segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil.

“Un ringraziamento va ai lavoratori tutti e a chi, fra loro, ha assicurato i servizi pubblici essenziali. Vogliamo ringraziare i colleghi spagnoli che hanno effettuato 15 minuti di sciopero di solidarietà e i colleghi tedeschi che hanno raccolto quasi il 100% di firme. Ringraziamo anche le rappresentanze dindacali dei colleghi francesi e inglesi per la solidarietà che ci è stata espressa. Dopo questa giornata continueremo il confronto con la direzione aziendale, certi della nostra forza e consapevoli che la strada proposta dal management BT, non troverà sponde, né alleati.”

BT Italia intende tagliare 202 unità su un totale di 950 addetti, 70 solo su Roma: sono già state aperte le procedure di mobilità, anticamera dei liceziamenti.

Il piano rientra nel processo di ristrutturazione della divisione Global Services di Bt, annunciato l’11 maggio dal Gruppo di tlc britannico. “In considerazione anche di una contrazione del mercato italiano dei servizi di telecomunicazione e della forte competizione che lo caratterizza da anni, il piano assegna prioritariamente risorse ai segmenti di business in crescita, con l’ambizione che BT continui ad essere un datore di lavoro responsabile e il partner preferito dei clienti italiani”. La branch italiana della multinazionale britannica delle tlc è stata nei mesi scorsi al centro di uno scandalo.

BT ha fatto sapere che “si adopererà per minimizzare gli effetti dell’implementazione del piano sui propri dipendenti e sulle loro famiglie e si augura di poter avviare un costruttivo percorso di confronto con le rappresentanze sindacali”.

Per Riccardo Saccone, segretrario della Slc Cgil di Roma e Lazio, il caso BT è la dimostrazione di come “sia saltato il patto tra aziende e sindacati nelle Tlc, patto che in questi anni aveva evitato licenziamenti, aveva messo in campo accordi coraggiosi e anche permesso di avviare percorsi di riqualificazione professionali interessanti”.

“Con il venire meno di questo patto – spiega Saccone a CorCom – si tagliano le gambe a un settore strategico che gioca un ruolo essenziale nello sviluppo della banda ultralarga e anche sull’implementazione del piano Industria 4.0”.

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