Catricalà: “La società della fibra? A conduzione Telecom”

Il presidente dell’Antistrust promuove la creazione di una società che veda in campo Telecom e altri soggetti, non solo gli operatori telefonici, sostenuti dal pubblico. Investimenti suddivisi equamente e regole ferree per evitare cartelli

Pubblicato il 18 Mag 2010

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Una società della fibra a conduzione Telecom Italia. Questa la
proposta del presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà.
"L'idea di avere una società che faccia la rete per la
banda larga a me piace. E' chiaro che penso debba essere a
conduzione Telecom, con garanzie di parità di accesso per tutti
gli altri operatori", ha detto Catricalà a margine
dell'assemblea annuale dei Cavalieri di Gran Croce. Secondo il
presidente dell'Antitrust l'investimento deve però essere
equamente condiviso fra Telecom Italia e altri operatori. Ed un
terzo dell'investimento dovrebbe essere a carico del pubblico.
"Penso ad una società con un 30% Telecom, un 30% pubblico e
un 30% per gli altri soggetti, non solo quelli della
telefonia". Secondo Catricalà, dunque, gli Olo potrebbero
anche restare fuori "ma se vogliono entrare ci deve essere un
ok dell'Antitrust per evitare che quella diventi sede di
concertazione tra operatori". In altre parole che si
configurino ipotesi di cartello.

Riguardo alla parità di accesso secondo il presidente
dell'Antitrust auspica  "regole di governance che
assicurino una muraglia cinese". A dettare le regole
l'Agcom, che "potrebbe anche utilizzare come veicolo la
legge sulla concorrenza che abbiamo consegnato al ministero dello
Sviluppo economico".

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