IL DOCUMENTO

Tlc, appello Etno alla Ue: “Level playing field con gli Ott”

Le big telco scrivono al Consiglio: “Servono correzioni al nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche”. Meno regole e più incentivi per rilanciare gli investimenti

Pubblicato il 19 Ott 2017

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Il Codice delle comunicazioni elettroniche dell’Ue non è una legge qualunque, è il quadro normativo di riferimento che può liberare investimenti e aiutare a costruire la Gigabit society in Europa. Le telco attive nel continente però non sono soddisfatte di come Bruxelles sta definendo la sua proposta e 31 Ceo, tra cui quello di Telecom Italia, hanno firmato un documento che sarà portato oggi all’attenzione del Consiglio d’Europa e in cui, pur premiando la strategia comunitaria che ha reso il digitale una priorità politica, si fa notare che Bruxelles non è riuscita con il nuovo European Electronic Communications Code a riflettere il ruolo vitale delle infrastrutture né la realtà di mercato o il comportamento dei consumatori.

Gli operatori telecom che hanno firmato il documento, inviato ai capi di stato e ai ministri delle comunicazioni dell’Ue, investono complessivamente 26,6 miliardi di euro l’anno in Europa, credono nella concorrenza sulle infrastrutture e nella visione della Gigabit Society, che sono impegnate a realizzare, si legge. Tuttavia, il settore delle Tlc in Europa affronta da dieci anni perdite giornaliere di 100 milioni di euro, deve allinearsi alla regulation e intanto investire in fibra ottica e 5G una cifra stimata di oltre 500 miliardi di euro.

La certezza e la coerenza regolatoria è fondamentale per creare fiducia sul mercato e portare nuove reti e servizi ai cittadini europei, ma le telco sono chiare: le esistenti direttive Ue (Telecoms Regulatory Framework) sono molto più efficaci del nuovo codice, che non migliora affatto, secondo i 31 Ceo firmatari del documento, la prevedibilità delle norme e la protezione della massiccia attività di investimento cui le telco europee sono chiamate.

Bene dunque la riforma: andare avanti è positivo. Ma occorre una manovra correttiva sul nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche proposto dall’esecutivo Ue. Il primo cambiamento deve riguardare uno stimolo agli investimenti molto più deciso e credibile, comprese le licenze per lo spettro di lungo periodo, incentivi certi agli investimenti in reti fisse ad altissima capacità e abbandono di tutte le misure che invece creerebbero incertezza e alla stratificazione normativa o complessità burocratiche che deprimono gli investimenti.

In più, secondo le telco, l’innovazione e la scelta del consumatore devono avere la priorità e alle aziende delel telecomunicazioni deve essere garantità la capacità di competere alle stesse condizioni con le aziende di Internet, ovvero gli Over-the-top, affinché i consumatori europei traggano vantaggio da ogni tipo di offerta, compresi i servizi in bundle.

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