IL CDA

Tim-Canal+, via libera alla joint venture “anti-Netflix”

Approvata dal cda la nascita della nuova società che si occuperà di produzioni di contenuti Tv e di acquisto di diritti. A Tim il 60%, a Vivendi il 40% di quote. Via all’esame golden power

Pubblicato il 20 Ott 2017

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Tim dà il via libera alla joint venture con Canal+. Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di Arnaud de Puyfontaine, ha esaminato e approvato a maggioranza il term sheet vincolante per la creazione di una joint venture con Canal+. Lo scopo della joint venture è “disegnare e realizzare l’offerta di contenuti video premium che TIM offrirà ai propri clienti per accelerare lo sviluppo della connettività in fibra” fa sapere l’azienda.

“Con questa operazione Tim fa un importante passo avanti nella strategia di convergenza tra telco e media – commenta l’Ad di Tim, Amos Genish – La joint venture con Canal+ ci permetterà, infatti, di cogliere le nuove opportunità di crescita in un mercato in continua evoluzione, attraverso un’offerta commerciale di connettività in fibra unita a contenuti video premium”.

La joint venture prevede la partecipazione al 60% di Tim e al 40% di Canal+. L’Amministratore Delegato sarà scelto tra i consiglieri di nomina Tim all’interno di un consiglio di amministrazione composto da 5 membri (di cui 3 TIM e 2 Canal+), in possesso di un profilo professionale coerente con l’iniziativa.

L’operazione si configura quale operazione con parte correlata, essendo Canal+ International una società controllata da Vivendi, già qualificata da Consob quale controllante di fatto di Tim: si tratta in particolare di operazione di minore rilevanza alla stregua dei parametri stabiliti nell’apposito Regolamento Consob. Come tale, è stata fatta oggetto di parere favorevole del Comitato per il controllo e i rischi, che si è espresso a maggioranza, con il motivato voto contrario di due consiglieri; all’unanimità il Comitato si è espresso invece nel senso di considerare le future operazioni della joint venture come operazioni di Tim, ai fini dell’applicazione della procedura aziendale per l’effettuazione di operazioni con parti correlate.

Il Cda ha avviato anche l’esame del provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2017, in materia di notifica ai sensi dell’articolo 2 del decreto Golden Power e e del decreto del 16 ottobre 2017, in materia di esercizio dei poteri speciali ex articolo 1 dello stesso decreto Golden Power.

Il board si è riservato di approfondire gli effetti delle determinazioni assunte dal Governo, e in particolare delle iniziative di ottemperanza alle prescrizioni imposte sulle controllate totalitarie Tim Sparkle e Telsy, oltre che sulla stessa Tim. “Al riguardo – si legge nella nota Tim – condivide pienamente le preoccupazioni del Governo circa la tutela della sicurezza e difesa nazionale, esigenze rispetto alle quali intende porre in essere ogni utile confronto in uno spirito di piena collaborazione, fermi restando gli interessi aziendali”.

Tim Sparkle e Telsy dispongono di un termine di 90 giorni per la comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri delle misure adottate ai fini del rispetto delle suddette prescrizioni.

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