I CONTI

Tim, ricavi in crescita del 5%, utili a 1 miliardo. Confermata la guidance

Nei primi nove mesi dell’anno la crescita del fatturato trainata dalla Business Unit Domestic e dal Brasile. Ma sale il debito a causa dei costi per le frequenze. L’Ad Genish: “La compagnia è e resterà proprietaria delle rete”

Pubblicato il 10 Nov 2017

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L’andamento dei conti di Tim per i primi nove mesi del 2017, con “la trasformazione e semplificazione organizzativa e processiva”, gli sviluppi commerciali e l’attesa crescita del fatturato “consentono al management di confermare in termini organici le guidance già prospettate per l’intero anno 2017 e per l’arco di piano” con una crescita organica dell’ebitda “low single digit” e una generazione di cassa necessaria a ridurre il rapporto fra indebitamento finanziario netto rettificato ed ebitda reported, che nel 2018 è atteso al di sotto di 2,7. E’ quanto emerge da una nota dell’azienda sui conti dei primi nove mesi dell’anno.

Per il periodo in esame Tim segna un utile di 1.033 milioni di euro, dai 1.495 milioni di euro nei primi nove mesi del 2016, scontando oneri netti non ricorrenti per 233 milioni di euro. In termini comparabili, sottolinea il comunicato, l’utile risulterebbe superiore di quasi 100 milioni rispetto a quello dello scorso anno. Il margine operativo lordo (ebitda) è pari a 6.213 milioni, in crescita del 5,7%. I ricavi ammontano a 14.679 milioni di euro, in crescita del 5,3%.

Nel terzo trimestre in particolare Tim segna un utile attribuibile ai soci della controllante per 437 milioni, dai 477 dello stesso periodo del 2016. Il mol nei tre mesi si attesta a 2.099 milioni (da 2.152), mentre i ricavi nel trimestre vanno a 4.907 milioni da 4.843 un anno prima. A livello di utile operativo (ebit) nei nove mesi Telecom registra 2.834 milioni, con un aumento del 2,4% dallo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo terzo trimestre il risultato operativo scende a 963 milioni (da 1.081 un anno fa).

“Siamo molto soddisfatti per un trimestre robusto e positivo – dice l’amministratore delegato di Tim, Amos Genish, nella conference call con i conti al terzo trimestre – Siamo pronti per affrontare le sfide del futuro. La qualità della rete non ha eguali sul mercato, è un grande asset”.

La business unit Domestic presenta investimenti per 3.177 milioni, in crescita di 779 milioni. L’unità vede nei 9 mesi ricavi a 11,3 miliardi (+2,5%), un ebitda per 5,055 miliardi (+1,2%), con un ebit di 2,5 miliardi (-2,6%) scontando oneri per 251 milioni (139 milioni un anno fa), per i processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale, contenziosi e transazioni commerciali, oltre a svalutazioni di immobilizzazioni immateriali.

La business unit Brasile registra investimento per 704 milioni, in riduzione di 5 milioni. Escludendo l’impatto positivo dell’effetto cambio è in calo del 90%. I ricavi di Tim Brasil crescono del 3,5% a 11.977 milioni di reais. Il mol cresce del 16% a 4.136 milioni di reais. L’ebit migliora del 44,5% a 1.202 milioni di reais.

Alla fine del terzo trimestre Tim segna un indebitamento finanziario netto rettificato per 26.228 milioni di euro, rispetto ai 25.119 milioni di fine 2016. L’incremento è indotto, spiega la società in una nota, dai pagamenti di 630 milioni da parte di Tim spa per il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze di telefonia mobile e di 257 milioni di euro da parte della business unit Brasile al consorzio che provvede alla liberazione (clean up) dello spettro 700 Mhz, di cui la business unit acquisì il diritto d’uso nel 2014, e dal pagamento di dividendi per 219 milioni di euro. La positiva dinamica operativo-finanziaria, specifica la nota, ha consentito la piena copertura dei fabbisogni derivanti dai versamenti delle imposte sul reddito. L’indebitamento finanziario netto contabile al 30 settembre 2017 è pari a 26.958 milioni di euro, dai 25.955 milioni al 31 dicembre 2016.

In occasione della presentazione dei dati finanziari, l’Ad Amos Genish ha ribato che “Tim è e resterà proprietaria della rete” e che “nessuno ha mai chiesto a Tim il contrario”. Rispondendo a una domanda su un eventuale spin off, Genish ha ricordato che la “separazione strutturale non esiste in nessuna parte del mondo”.

“Tim è un benchmark in Europa continentale per quel che riguarda la separazione funzionale – ha sottolineato l’Ad – Abbiamo un modello di full equivalence che garantisce a tutti gli operatori, Tim compresa, servizi e costi uguali Continueremo su questa strada”.

Su come procede il dialogo sulla rete “dovremo aspettare, dovremo anche dare la nostra opinione – ha spiegato Genish -. Sì abbiamo avuto la decisione sul golden power che si concentra sulla sicurezza nazionale e sull’obbligo da parte delle società a continuare a mantenere la qualità necessaria per garantire i servizi al paese. E’ assolutamente accettabile per noi. Ragionevolmente dobbiamo capire quali saranno i dettagli con il Governo. Vedremo nelle prossime settimane”.

Rispetto alla separazione funzionale della rete Genish ha poi ricordato che “il modello europeo è su sette stadi. Noi siamo arrivati al quinto e siamo i migliori in Europa continentale. A parte il Regno Unito non c’è nessun altro operatore che possa offrire un modello così efficace”. I contatti in corso con il governo “sono totalmente positivi vedremo cosa dovremo fare noi dal nostro lato per garantire la totale equivalenza”, ha aggiunto il ceo Tim.

Riflettori anche sulla fatturazione. “E’ giusto tornare alle tariffe a 30 giorni sul fisso – ha risposto Genish a una domanda di un analista – Il settore nel suo complesso è in fase di revisione sui 28 giorni per fisso, si sta discutendo con governo e autorità su un roll back possibile. Vorremo operare con la nostra associazione di settore”. “Non siamo noi che abbiamo iniziato la prassi” dei 28 giorni, ha tenuto a chiarire il manager.

Per quanto riguarda i contenuti l’Ad ha chiarito che “per i diritti dello sport non vogliamo fare offerte perché sono estremamente costosi, ma potremmo incorporarli in partnership con altri gruppi media”. Genish ha quindi precisato che le piattaforme Tim potranno quindi trasmettere questi contenuti sportivi se dovesse trovare un accordo con un gruppo media che li acquistasse. “Non dovremmo esagerare con questa idea della convergenza: non siamo, e non vogliamo diventare, una media company”- ha aggiunto – Sui contenuti siamo rimasti con un basso profilo, il contenuto deve essere rilevante ma non particolarmente costoso: abbiamo bisogno però di un contenuto che possa creare una proposta interessante dei clienti”.

Genish ha infine annunciato che il lancio della jv Tim-Canal+ sarà tra agosto e settmbre prossimi e che sono in corso colloqui con potenziali partner. “Stiamo parlando con il management e il consiglio e con tutti i potenziali partner che possono darci del contenuto. Abbiamo riscontrato entusiasmo sul mercato” ha concluso il manager che tuttavia non ha voluto entrare nel dettaglio.

Il Consiglio di Amministrazione di Tim ha inoltre approvato il calendario degli eventi societari del prossimo anno, confermando per l’esercizio 2018 la diffusione dei resoconti intermedi di gestione al 31 marzo e al 30 settembre. Il calendario prevede il 6 marzo 2018 il cda per l’approvazione del piano industriale 2018-2020, del progetto di bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2017, il 24 aprile 2018 l’assemblea per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2017, il 16 maggio 2018 il Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2018, il 24 luglio 2018 il Cda per l’approvazione della relazione al 30 giugno 2018 e l’8 novembre 2018 il Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018.

In occasione di un convegno Rai, in mattinata a Roma, Genish ha delinato la sua visione sul futuro delle telco. Secondo il mangare le società di Tlc dovrebbero entrare nel mercato del banking, che si sta trasformando con pagamenti sempre più mobili. “Penso che la convergenza – ha sottolineato Genish – sia una tendenza netta. Vedremo le Telco che prenderanno parte ai pagamenti mobili nel banking. Oggi non lo fanno, penso dovremmo entrare”.

Per quanto riguarda le strategie di Tim, l’Ad ha ricordato che verranno fatti “massicci investimenti per il sistema infrastrutturale” con un’azione che “sarà completamente in linea con Industria 4.0 e con la visione del governo”.

Parlando del 5G, Genish ha spiegato che si tratta della “cosa più importante per questo settore nei prossimi anni e comincia a essere testata da Tim. Penso che nel 2020 cominceremo a vedere l’implementazione iniziale in Italia. Tim avrà un ruolo importante”.

In questo contesto salirà enormemente la domanda di connettività. “La domanda di connettività è enorme, dobbiamo muoverci più rapidamente per costruire il sistema giusto con enormi investimenti – ha dunque detto – Sono ottimista, ma dobbiamo fare le azioni giuste per determinare i cambiamenti necessari per stare al passo”. Però, ha proseguito, tra operatori tlc e big del web “servono le stesse regole per la stessa partita. Per esempio vorremmo essere protagonisti nella pubblicità, ma la legge sulla privacy è diversa per noi e per Facebook”.

L’automazione e l’intelligenza artificiale stanno cambiando il mondo e gli effetti si vedranno anche sui call center, probabilmente con meno persone a rispondere al telefono nei prossimi anni, ha infine evidenziato Genish. “Il modello industriale sta cambiando. Le grandi media company producono contenuti, poi ci sono l’automazione e l’intelligenza artificiale che cambieranno la società”.

“Fra dieci anni – ha detto Genish nel suo primo intervento pubblico a un convegno alla Rai – faccio fatica a vedere dei call center con delle persone che rispondono. Ci sarà bisogno di meno persone in fabbrica. E le aziende di telecomunicazioni dovranno tenere conto di questi cambiamenti”.

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