Roaming Ue, riflettori puntati sulla Corte di Giustizia

Domani la sentenza sul ricorso presentato da Vodafone, Telefonica, T-Mobile e Orange contro i tetti ai prezzi sulle tariffe transfrontaliere. Il pronunciamento è determinante per il roll out dell’Agenda digitale: la Kroes vuole il roaming zero entro il 2015 ma le Telco non intendono mollare

Pubblicato il 07 Giu 2010

La causa delle grandi telecom non spaventa la Commissione Ue.
Mentre la Corte europea di giustizia si prepara a emettere una
sentenza cruciale sulla legalità dei tetti ai prezzi sulle
telefonate trans-frontaliere, messa in dubbio da Vodafone,
Telefonica, T-Mobile e Orange, l’esecutivo europeo va avanti per
la sua strada e studia non solo nuovi tagli alle tariffe del
roaming per le telefonate, ma un intervento sullo scambio dati tra
un Paese Ue e l’altro.

Già a giugno 2007 la Commissione aveva approvato una norma che
fissava dei limiti ai prezzi sulle chiamate da cellulare in Europa,
ma allora non si era occupata di sms e dati. Tuttavia, a febbraio
2008, il commissario all’Information Society Viviane Reding ha
invitato gli operatori mobili a ridurre ulteriormente le tariffe
delle telefonate internazionali e a tagliare spontaneamente le
tariffe per sms e dati spediti all’estero. Nuove regole approvate
nel 2009 hanno abbassato ulteriormente il tetto massimo per il
roaming delle telefonate e introdotto garanzie contro le
“bollette-shock” per il roaming dei dati.

Se la Corte di giustizia dovesse bocciare gli interventi regolatori
sul roaming, la Commissione riporterebbe una pesante sconfitta
proprio su quella che finora è stata pubblicizzata come una grande
storia di successo dell’Ue. Sconfitta che tuttavia sembra poco
probabile, visto che l’esecutivo europeo ha fissato
l'ambizioso obiettivo di creare un vero mercato interno
dell'Ue in cui chiamare costerà come all’interno dei singoli
Paesi. "La differenza tra il roaming e le tariffe nazionali
dovrebbe essere vicina a zero entro il 2015", stabilisce la
Digital Agenda.

I dati Ue dicono che il prezzo medio per un minuto in roaming era
di 38 centesimi nel 2009, mentre il prezzo medio al minuto di una
telefonata mobile Ue era di 13 centesimi. Neelie Kroes, commissario
Ue per la Digital Agenda, è una sostenitrice del libero mercato ed
è probabile che voglia far scendere i prezzi per effetto della
concorrenza, più che a suon di leggi. Ma se i player non si
muovono da soli, la Kroes sarà costretta a seguire l’esempio
della Reding ricorrendo ai “price cap”. Secondo alcune fonti
vicine alla Commissione, se sarà seguito l’approccio regolatorio
più severo, la mossa più probabile sarà l’introduzione di
tetti sul roaming dei dati laddove la forbice tra tariffe
domestiche e trans-frontaliere è più ampia.

Nel 2009, quando la Reding ha ritoccato la normativa sul roaming
dei dati, la Commissione europea ha fissato un limite massimo di 50
euro al mese per le spese di scambio dati in Europa. Quando il
cliente ha raggiunto l’80% di questa spesa, l’operatore deve
mandargli un messaggio in cui lo avvisa che il roaming è vicino al
tetto massimo. Se l’utente non risponde, l’operatore deve per
forza tagliare il servizio appena raggiunto il tetto dei 50 euro.
Non esistono invece limiti al costo del roaming dei dati, come
avviene per le telefonate, ed è possibile che la Commissione
agisca per colmare tale lacuna.

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