India contro Cina: la guerra fredda delle Tlc

Si intensifica il braccio di ferro commerciale che vede bloccate le importazioni di attrezzature telecom cinesi nello Stato indiano. Danneggiati Huawei, Zte, Lenovo, mentre si aprono nuove opportunità per i fornitori occidentali

Pubblicato il 19 Lug 2010

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Si inasprisce il braccio di ferro commerciale tra India e Cina
sulle esportazioni di attrezzature telecom, stando a quanto si
legge sul Financial Chronicle: il quotidiano, che non cita però le
sue fonti, sostiene che l’India ha vietato le importazioni di
materiali per le telecomunicazioni da 26 aziende staniere, di cui
25 sono cinesi e includono Huawei Technologies, Zte e Lenovo China.
L’unica compagnia non cinese è di Israele.

Si tratta, se le indiscrezioni del giornale finanziario saranno
confermate, dell’ultimo capitolo di una guerra fredda inaugurata
da mesi dal governo indiano che si mostra molto cauto nel
permettere alle aziende straniere, soprattutto alle cinesi, di
importare nel Paese attrezzature telecom nel timore che nascondano
dei software-spia.

Già a fine aprile il dipartimento delle Telecomunicazioni indiano
(DoT) aveva ufficialmente ordinato agli operatori mobili del Paese
di non acquistare attrezzature da fornitori cinesi, secondo quanto
riportava allora l’Hindu Business Line. L’ingiunzione ha
colpito innanzitutto big del calibro di Huawei e Zte, che vedono
l’India come importante centro di produzione e fonte di entrate
per il prossimo futuro, mentre favorisce indirettamente i player
occidentali.

Anche in quel caso l’Hindu Business Line citava preoccupazioni
relative alla sicurezza nazionale da parte degli indiani: il
timore, cioè, che l’equipment proveniente da Paesi come la Cina
contenga spyware in grado di dare alle agenzie di intelligence
straniere accesso alle reti di telecomunicazione indiane.

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