E-payment, l’Antitrust spinge sugli operatori mobili

Pubblicato il 20 Apr 2009

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Le carte prepagate costano troppo in Italia. A dirlo è
l'Antitrust che suggerisce un rimedio: l'ingresso nel
mercato delle società di telefonia mobile nel settore degli
e-payment.

Stando allo studio dell'Autorità, infatti, l'Italia
risulta ancora "arretrata nell'utilizzo della moneta
elettronica" a fronte della crescita della domanda di carte
prepagate apere, quelle bancarie e postali con cui è possibile
effettuare qualsiasi pagamento. Alla fine del 2001, infatti, le
carte ricaricabili emesse da banche e Poste Italiane erano 5,8
milioni con un incremento del 30% rispetto e una crescita media
annua del 72,2% rispetto al 2003.

Per ridurre le carte prepagate bisogna che nel mercato dei
pagamenti entrino gli operatori telefonici mobili, suggerisce
l'Antitrus. Con 80 milioni di carte, infatti, gli operatori
costiutuivano alla fine del 2007 la più grande fetta delle carte
prepagate chiuse, utilizzabili, cioè solo per pagare servizi
all'azienda che l'ha emessa.

Insomma, l'Antitrust vuole ampliare il mercato degli operatori
mobili seguendo l'esempio di Nokia che ha deciso di investire
nel pagamento mobile di Opopay.

Intanto per la fine di giugno odafone e OneBip hanno annunciato che
arriverà in Italia la possibilità di fare acquisti online con
credito telefonico nel Vodafone Store. Mentre anche la Ue si
prepara a spianare la strada ai micropagamenti via cellulare, come
il conto della spesa e del ristorante.

Entro il 2009, infatti, entrerà in vigore la normativa europea che
darà il via nei 27 Paesi ai sistemi di pagamento via cellulare,
rendendo possibili non solo i trasferimenti monetari Peer 2 Peer
(da un telefono cellulare a un altro), ma anche l'accesso a
forme di microcredito, fino a 150 euro.

Gli standard utilizzati nella Ue utilizzeranno le comunicazioni di
campo vicino (Nfc), nuova tecnologia contactless che funziona su
brevi distanze.

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