Ngn, accordo fra le telco. Modello “ibrido” per le reti

L’odierno tavolo tecnico convocato dal ministro Romani ha sortito l’intesa sull’equipment da utilizzare nell’ambito della realizzazione delle nuove reti ultrabroadband. Trovata una soluzione tecnica che consente l’utilizzo sia del Gpon sia del P2P. La prossima settimana via alla consultazione pubblica per il censimento della fibra

Pubblicato il 17 Set 2010

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Accordo fatto tra i principali operatori nazionali di
telecomunicazioni sul modello infrastrutturale alla base dello
sviluppo delle reti Ngn.

L'intesa – di cui dà notizia una nota del Dipartimento
Comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico – è stata
raggiunta in occasione dell'odierno tavolo tecnico convocato
dal vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani.

Il tavolo ha "definito il modello infrastrutturale di base  –
cavidotti, fibre ottiche spente, collegamenti verticali,
permutatori ottici e collegamenti ottici per stazioni radio base –
che dovrà essere punto di riferimento dell'attività che
Governo, Enti locali e operatori prevedono di sviluppare
congiuntamente", si legge. "Un modello volto ad
assicurare la massima armonizzazione con le infrastrutture
esistenti". Secondo quanto risulta al Corriere delle
Comunicazioni si è optato per un modello "ibrido": di
fatto si potranno utilizzare sia la tecnologia Gpon (caldeggiata da
Telecom Italia) sia quella point-to-point (su cui invece sono
orientati gli Olo). L'utilizzo delle differenti tecnologie – a
scelta degli operatori – sarà possibile grazie all'utilizzo di
un cavidotto in cui far transitare le fibre.

Il vice ministro alle Comunicazioni nell'evidenziare
l'importanza dell'intesa " fondamentale proprio
nell'attuale situazione economica che impone ogni sforzo per
fare scelte mirate su progetti di natura infrastrutturale capaci di
dare un impulso serio e strutturato alle prospettive di sviluppo e
crescita del Paese" ha annunciato che "la prossima
settimana avvieremo, tramite una consultazione pubblica, un veloce
e accurato censimento delle infrastrutture in fibra ottica presenti
nel Paese e dei relativi piani di investimento per lo sviluppo
delle stesse nei prossimi tre anni. Questo atto è propedeutico
all'identificazione delle aree oggetto di intervento secondo il
modello su cui oggi è stato trovato l'accordo e a un celere e
omogeneo sviluppo delle reti di nuova generazione sul territorio
nazionale".

La prossima settimana inoltre il ministero convocherà gli
operatori medi e piccoli ai quali sarà presentato il nuovo
modello. "Hanno già manifestato al gruppo tecnico un concreto
interesse a partecipare al progetto 'Italia
digitale'".

E' fissata fra 15 giorni invece la seconda riunione con i
vertici delle principali Telco "con l'obiettivo di sancire
i principi e le tappe necessarie per l'avvio concreto della
partnership pubblico-privata che possa operare sulle infrastrutture
passive necessarie alle reti di nuova generazione".

La nota del ministero evidenzia che l'accordo raggiunto farà
da base al perseguimento degli obiettivi definiti dall'Agenda
Digitale europea che prevede entro il 2020 "che il 50% degli
utenti domestici italiani ed europei abbia attivato abbonamenti per
servizi con velocità superiore a 100 Megabit".

Intanto il presidente di Agcom ha espresso apprezzamento per i
progressi registrati: "Poter disporre di un modello condiviso
-spiega Corrado Calabrò – non può che agevolare il percorso di
definizione delle nuove regole per le reti Ngn che l'Agcom si
accinge a varare. L'Autorità affronterà nella prossima
riunione del suo Consiglio tale compito, tenendo in massimo conto
la Raccomandazione che la Commissione Ue renderà nota nei prossimi
giorni e avvalendosi del contributo di tutti i soggetti
interessati".

"In questo contesto – conclude – si affronteranno temi quali
le procedure di migrazione dal rame alla fibra, la fissazione delle
tariffe sia per le infrastrutture passive sia per i servizi Ngn,
valutando anche quale risk premium riconoscere agli
investimenti".

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