Pubblicità, la Ue alla Francia: “Via la tassa telecom”

Braccio di ferro Parigi-Bruxelles sul balzello a carico degli operatori di Tlc per compensare l’abolizione degli spot dalla Tv pubblica. La Commissione: “Incompatibile con il diritto europeo”. Il governo francese: “Non aboliremo la misura”

Pubblicato il 01 Ott 2010

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Sì agli aiuti di Stato per compensare l’eliminazione della
pubblicità sui canali di France Televisions. Ma no alla “tassa
telecom” per finanziarla. La Commissione europea ha chiesto alla
Francia – e conseguentemente anche alla Spagna che aveva adottato
un simile provvedimento nel settembre 2009 – di abolire queste
misure.

Secondo l'Ue, infatti, misure a carico del settore Tlc sono
''incompatibili con il diritto europeo nel settore delle
telecomunicazioni, che prevede che le tasse agli operatori devono
essere specificatamente e direttamente collegate alla copertura dei
costi della regolamentazione del settore delle
telecomunicazioni.

La richiesta di Bruxelles non è però piaciuta al governo francese
che ha fatto sapere di non avere intenzione di sopprimere la tassa
sulle telco. “L’interpretazione data dalla Commissione è
fallace – ha risposto Christine Lagarde, ministro dell’Economia
-. Ogni Stato ha il diritto di introdurre una tassa su un
determinato settore. È una garanzia riconosciuta dal trattato di
Roma. Lo faremo presente anche in sede europea”.

Ora la Francia ha due mesi di tempo per rispondere ai rilievi di
Bruxelles, ma se non riuscirà a convincerla, la Commissione Ue
potrà decidere di aprire una procedura di infrazione.

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