Maroni: “Via alla liberalizzazione del wi-fi”

Stop al rinnovo del decreto Pisanu. Dal 1° gennaio 2011 (tempi parlamentari permettendo) accesso senza “restrizioni” alle reti pubbliche. Contrario il procuratore dell’Antimafia Grasso: “Un danno per le indagini”

Pubblicato il 05 Nov 2010

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Il Consiglio dei ministri ha dato l'ok alla liberalizzazione
del wi-fi. Le restrizioni per l'accesso alle reti wireless
pubbliche imposte dai decreti Pisanu in chiave antiterroristica e
in scandenza il prossimo 31 dicembre non saranno rinnovate. Questa
la novità contenuta nel "pacchetto" Sicurezza approvato
oggi dall'esecutivo Berlusconi.

"Dal primo gennaio 2011 ci si potrà collegare liberamente
alle reti wi-fi senza restrizioni, come ad esempio la necesità di
registrazione e presentazione della fotocopia della carta di
identità – sottolinea il ministro dell'Interno Roberto Maroni
-. Con il provvedimento di oggi superiamo le restrizioni imposte
dal decreto Pisanu cinque anni fa che ora sono state superate
dall'evoluzione tecnologica". Il tutto però a patto che
il disegno di legge faccia velocemente il suo iter in
Parlamento.

Maroni precisa che l'accesso "libero" potrà essere
effettuato, oltre che dai computer, anche attraverso smartphone.
"Da qui a dicembre – annuncia – valuteremo gli adeguati
standard di sicurezza, per contemperare la liberalizzazione con le
esigenze sicurezza".

Contrario al provvedimento di liberalizzazione del wi-fi il
procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, secondo cui
l'accesso libero alle postazioni wi-fi e agli internet point
porterebbe a "ridurre moltissimo la possibilità di
individuare tutti coloro che commettono reati attraverso
Internet". Grasso lo ha detto a Bari, da dove ha voluto
segnalare "il venir meno del decreto Pisanu che stabiliva le
regole precise – ha detto – per l'identificazione di coloro che
usano le reti Internet". "Bisogna rendersi conto – ha
concluso il procuratore – che dietro queste reti wi-fi e internet
point ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non
più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili
e mafiosi".

Plaude a Maroni il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che
saluta con soddisfazione la decisione di non prorogare la validità
delle norme del decreto "Wifi/Pisanu", votata nel
Consiglio dei Ministri di stamani. "Da lungo tempo il mio
ministero si batteva per la cancellazione di una normativa senza
eguali nel mondo occidentale – dice Meloni – Gli stessi proponenti
originari della norma avevano ammesso ormai da tempo la scarsissima
utilità per il contrasto al terrorismo di questa norma, a fronte
di ostacoli molto gravosi per la diffusione del libero accesso alla
rete, e dunque per lo sviluppo dell'Italia. Adesso lavoreremo
per approvare entro il 31 dicembre nuove norme che possano
garantire adeguati standard di sicurezza senza limitare il libero
accesso ad internet". 

«E' comprensibile come all'indomani dell'11 settembre
apparisse necessario intervenire con rigore e rapidità per
contrastare anche on-line le pressanti minacce del terrorismo
internazionale. Tuttavia le norme in questione – prosegue il
ministro Meloni -avevano purtroppo da tempo mostrato la propria
inefficacia: erano troppo facilmente aggirabili, e frapponevano
ostacoli inutilmente proibitivi ai locali pubblici che volevano
offrire servizi di connessione wi-fi. Oggi la possibilità di
sedersi al tavolino di un bar e connettersi alla rete con il
proprio portatile è una consuetudine per i cittadini di tutte le
nazioni sviluppate: ostacolare in nome della burocrazia questo
diritto consolidato è un'insensatezza». «Mi preme
ringraziare tutti coloro che nel governo hanno condiviso questa
battaglia – conclude il ministro – in primis il ministro per la
Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta; il
ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani e quindi il
ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per aver colto la
fondatezza delle tesi di chi chiedeva l'abrogazione di queste
norme».

Per il ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta il
provvedimento favorisce la diffusione dei servizi di connessione e
informativi per cittadini e turisti. "L'obiettivo di
garantire libertà di accesso e sicurezza è raggiunto – dice
Brunetta – questo senza gravare il sistema con costi di transazione
inutili e sproporzionati".

Sulla stessa linea di Meloni e Brunetta il responsabile
comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni, alle
novità sul wifi: "Finalmente – ha detto Gentiloni –  La
decisione presa oggi dal governo è una buona notizia".
"Alla fine sono state ascoltate le voci che da ogni parte
sostenevano la mancanza di risultati del decreto Pisanu nella lotta
al il terrorismo e i danni provocati allo sviluppo di Internet
senza fili – sottolinea Gentiloni -. Sono convinto che una spinta
decisiva per la decisione di oggi sia giunta dalla proposta
abrogativa che ho avanzato insieme a parlamentari di diversi gruppi
e che comincia il suo iter alla Camera proprio martedì prossimo»,
prosegue l'esponente del Pd. "È bene che l'iter di
questa iniziativa parlamentare vada comunque avanti anche per
verificare che l'annuncio di oggi corrisponda ai concreti atti
normativi delle prossime settimane", conclude Gentiloni.

Plaude a Maroni anche Linda Lanzillotta di Alleanza per
l'Italia. "La decisione del consiglio dei ministri sul
wifi è una prima vittoria della campagna che abbiamo promosso,
assieme ai colleghi Barbareschi, Gentiloni e Rao – dice Lanzillotta
-Grazie alla iniziativa per il wifi libero siamo riusciti a
smuovere l'inerzia del governo e ottenuto un primo risultato
per i cittadini e per lo sviluppo dell'innovazione".

"Dobbiamo attendere, però, il testo normativo perchè non si
rischi qualche passo indietro, dopo l'effetto-annuncio –
sottolinea l'esponente dell'Api – Auspichiamo il confronto
in Parlamento perchè il wifi libero resti un dato acquisito,
lavorando insieme, maggioranza e opposizione, per integrare
sicurezza e innovazione".

Per Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione giustizia di
Montecitorio: «L'impegno assunto dal ministro Maroni in
conferenza stampa pochi minuti fa è inequivocabile: dal 1 gennaio
2011 la connessione wifi sarà libera e questa è una vittoria di
chi, come l'Udc, ha sostenuto una battaglia di progresso e di
libertà – ha detto Rao – Ora, insieme agli altri promotori
dell'iniziativa per la libertà di accesso alla rete – aggiunge
l'esponente centrista – vigileremo in Parlamento affinchè le
nuove norme favoriscano lo sviluppo tecnologico del paese".
"Una battaglia è stata vinta -conclude Rao – maggioranza e
opposizione collaborino per trovare la via parlamentare più breve
per l'attuazione di questo impegno: l'Italia non può
permettersi di rinviare ulteriormente la piena ed effettiva
libertà di accesso alla rete".

Più cauto Benedetto Della Vedova, vicepresidente del gruppo Fli
alla Camera e presidente di Libertiamo: "Aspettiamo i
dettagli, ma è certamente positiva la decisione del Consiglio dei
ministri di eliminare le incomprensibili barriere burocratiche
all'installazione di reti wi-fi da parte dei gestori di
esercizi pubblici – dice Benedetto Della Vedova – Chi conosce la
quotidianità della metropoli del mondo, sa quanto è utile avere
un facile accesso ad Internet, dovunque ci si trovi, per chi
studia, lavora, viaggia o semplicemente vuol svagarsi».

Continua Della Vedova: "È opportuno però che la libertà di
wi-fì non si traduca in un aggravio di costi e di rischi per i
gestori delle reti: oltre all'eliminazione della licenza per i
gestori, l'abolizione dell'art. 7 del Decreto Pisanu
comporta l'eliminazione dell'obbligo di documentazione per
i clienti, ma ciò non cancellerebbe il dovere di diligenza e
prudenza dei gestori, tenuti comunque a proteggere le reti da
intrusioni".

"Un approccio – conclude Della Vedova – realmente risolutivo
dovrà passare da riforme delle direttive europee e-privacy,
data-retention ed e-signature, ma intanto è bene adottare norme
nazionali ragionevoli". Sulla stessa linea Luca Barbareschi,
deputato di Futuro e Libertà per l'Italia.
Più taglienti i senatori democratici Ignazio Marino e Vincenzo
Vita. "È triste che al governo del fare siano occorsi due
anni per rendersi conto che in tutti i Paesi europei un giovane o
anche un meno giovane può passare da un caffè, da una biblioteca,
da un parco cittadino e collegarsi alla rete per studiare, lavorare
o anche per divertimento. Speriamo che ora non occorrano altri 2
anni per passare dalle parole ai fatti – dice il senatore del Pd
Marino – In ogni Paese del mondo occidentale e anche del mondo
orientale il Wi Fi è una conquista importantissima. Voglio solo
ricordare che entro il 2014, 250 milioni di persone in Cina saranno
in gardo di connettersi liberamente alla rete nelle principali
città con il Wi Fi», conclude Marino. 

"A causa della legge Pisanu, l’Italia è il Paese europeo
con il regolamento più severo e restrittivo in materia di reti
Wi-Fi aperte; si tratta di un grave handicap che rallenta il passo
del nostro Paese verso l’innovazione", commenta Pierfilippo
Roggero, Senior Vice President, Southern & Western Europe di
Fujitsu e Amministratore Delegato e Presidente di Fujitsu Italia.
"L’assenza di una rete Wi-Fi diffusa, aperta e accessibile
rappresenta un ostacolo per l’innovazione, per la creazione di
nuovi servizi di pubblica utilità e per la competitività della
Nazione. Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di
legge che prevede il superamento delle restrizioni previste
dall'articolo 7 del Decreto Pisanu del 2005 (vale a dire la
registrazione dei dati di chi accede a una rete senza fili).
Speriamo che liberalizzazione della rete wi-fi, resa diffusa,
aperta e accessibile, sia un primo segnale di rinnovamento e
innovazione; segnali di cui il nostro Paese ha più che mai ha
bisogno di dare a chi, come le multinazionali, deve decidere se
investire in Italia. La mia decennale esperienza dirigenziale a
livello europeo proprio per una multinazionale mi permette di
affermare che l’Italia in questo momento storico non ha più le
condizioni di sistema per attirare capitali stranieri, fondamentali
per il rilancio di una economia che nel nostro Paese cresce solo
dell’1% annuo a fronte di una Germania che, nella stessa Europa,
segna già in questo 2010 un più 2%”.

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