Fibra ottica: l’Italia si ferma e perde posizioni

Il nostro paese passa dall’11° al 14° posto per diffusione di fibra nella classifica europea stilata dall’Ftth Council Europe. “Serve uno sforzo comune da parte degli operatori”

Pubblicato il 09 Nov 2010

L'Italia perde terreno nell'arena europea della fibra
ottica, passando nel 2009 dal 11° al 14° posto nell'ultima
classifica stilata dall'Ftth Council Europe, l'organismo
che analizza la diffusione della fibra ottica nelle case e negli
edifici del Vecchio Continente. Lo rende noto Finanza e Mercati,
riportando un intervento di Hartwig Tauber, direttore generale
dell'Ftth Counicl Europe, secondo cui "L'Italia è in
graduatoria fina dalla prima edizione del 2006, ma non mostra
un'evoluzione nella copertura di nuova fibra ottica".
L'Italia perde ancor più colpi guardando all'ultimo
triennio, nel quale ha perso ben dieci posizioni nel ranking della
fibra ottica. E nel contempo i paesi baltici e dell'Est
corrono. Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Repubblica Ceca ma anche
Russia, Romania e Lituania spingono sull'acceleratore. Per non
parlare di Svezia, Norvegia, Olanda ma persino Portogallo e Francia
sono meglio di noi.

"In Italia la situazione è differente – dice Tauber – Il
progetto pionieristico di Milano degli inizi di questo decennio
aveva portato l'Italia ai vertici dei Paesi che si dotavano
dell'infrastruttura in fibra, ma da allora non c'è stato
nessun passo in avanti.. Nel primo semestre del 2010, sono state
connesse solo poche migliaia di abitazioni. La maggiornaza sono
nuovi clienti della rete pre-esistente di Fastweb". E ancora:
"In Italia la percentuale di case che possiedono la fibra
ottica ha raggiunto un punto di stallo".

L'esperienza di Fastweb è in stallo, secondo l'Ftth
Council Europe, e a peggiorare lo scenario c'è anche
l'atteggiamento di telecom Italia, che va ancora
all'incasso sul rame. Telecom non ha aderito al progetto
"Fibra per l'Italia", un accordo siglato dagli altri
operatori – fra cui Fastweb, Vodafone e Wind – per estendere il
servizio a 15 milioni di cittadini entro il 2015. Un progetto
partito col freno a mano tirato, ulteriormente frenato dopo
l'annunicio del garante delle Comunicazioni che ha deciso un
aumento rilevante della tariffa unbundling per il rame, nota
l'organismo europeo. C'è ancora una chance per colmare il
gap e raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale, chiude
Tauber: "Mi auguro che Fibra per l'Italia insieme ad altri
progetti sia implementato al più presto – dice – con uno sforzo
comune degli operatori e dei decisori".  

 

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