TRIPWIRE. Contratti telefonici o soprusi?

Pubblicato il 29 Nov 2010

Parlo d’una vicenda personale, tuttavia d’interesse generale.
Tempo addietro telefonano a casa per proporre di rifare il
contratto telefonico con lo stesso operatore ma una formula più
vantaggiosa. Benissimo, le bollette erano divenute alquanto
pesanti. Cancelliamo il vecchio contratto per farne uno nuovo. Dopo
un giorno ho due numeri e due contratti. Chiamo per far cancellare
un contratto. Mi cassano il vecchio numero, quello noto a
tutti.

Col nuovo numero applicano le condizioni del vecchio contratto,
più oneroso. Scrivo, minaccio disdetta. Telefonano, riconoscono
l’errore e promettono di ovviare. Le bollette successive sono
sempre col vecchio contratto. Smetto di pagare e rivendico per
iscritto il credito accumulatosi col pagamento di tre bollette
vecchia maniera. Serve a poco, finché non disdico il contratto per
raccomandata e, per conoscenza, una copia la invio all’Agcom.

L’operatore non ha un indirizzo postale ma una casella postale.
La ricevuta di ritorno della raccomandata non torna. Mi telefonano
più volte, assicurandomi che faranno “uno storno”, anzi “lo
abbiamo fatto sin dal 5 novembre”, portando il mio credito sul
nuovo conto. Bene, dico, scrivetemelo e chiudiamo. “La procedura
non prevede che si scriva ai clienti”, devo essere io a inviare
un fax con un determinato format (“altrimenti gli amministrativi
non lo ricevono”) per revocare la disdetta. Hanno telefonato tre
volte per il fax. Il telefono è un servizio pubblico, rivolto pure
ad anziani e persone fragili, le quali spesso non sanno come
reagire al sopruso. L’Agcom è informata che ci sono operatori
che agiscono in questo modo?

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