Kroes: “E’ tempo di Internet delle cose”

Il commissario alla Digital Agenda illustra la sua proposta Future Internet PPP che mira a dare vita a piattaforme open attraverso partnership pubblico-privato. “Dobbiamo superare la frammentazione locale”

Pubblicato il 03 Dic 2010

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L’unione di Internet mobile, cloud computing e reti di sensori è
alla base della cosiddetta "smart economy" o “Internet
delle cose" o anche, nelle parole usate dal commissario Neelie
Kroes nel suo intervento al quarto Summit pan-europeo sulla
proprietà intellettuale, “un biglietto che ci assicura una vita
migliore”. Per preservare la sua leadership in questi settori
l’Europa deve far collaborare pubblico e privato e puntare su
“piattaforme e innovazioni aperte”, ed è esattamente questo il
cuore della proposta della Future Internet Public Private
Partnership, o Future Internet PPP.

“L'innovazione aperta è una tematica fondamentale per il
raggiungimento di molti dei nostri obiettivi in termini di
competitività nei prossimi anni”, ha affermato la Kroes. La
concorrenza sulle piattaforme non aiuta lo sviluppo e
l’investimento in servizi online di nuova generazione, ha
aggiunto il commissario Ue alla Digital Agenda.

Oggi viviamo una “rivoluzione digitale permanente”, ha detto la
Kroes. La consequenza più evidente è che il traffico Internet sia
su reti fisse che mobili sta crescendo di circa il 50% ogni anno.
Una parte sempre più cospicua delle nostre attività economiche e
sociali si sta trasferendo online. Il consumo di media digitali
cresce a due cifre. I social network stanno scalzando i media
mainstream: il 96% di chi ha meno di 30 anni possiede un account su
un sito sociale.

Il futuro riserva nuove evoluzioni e opportunità. “Le
infrastrutture e i processi di business diventano più smart”, ha
notato la Kroes. “Tali processi, che siano di natura pubblica o
privata, sono sempre più globalizzati e ciò esige connettività
Internet e capacità di banda maggiore. Occorrono anche più
flessibilità ed efficienza e più potere di elaborazione: dobbiamo
sfruttare al massimo le caratteristiche fondamentali di Internet,
connettività e computing”.

Ma l’Ue è pronta a cogliere le opportunità di un mondo
iperconnesso? “Anche se l’Europa rappresenta più del 30% dei
mercati Ict globali, la nostra presenza nell’innovazione Internet
non è al livello del know-how delle nostre industrie, dei nostri
centri di ricerca e innovazione”, secondo la Kroes. “Dobbiamo
agire per modificare questo stato di cose, facendo leva per esempio
sulla nostra leadership nella tecnologia mobile o sulla nostra
forza nei sistemi embedded e reti di sensori. L’unione di queste
tecnologie rende possibili le comunicazioni M2M o machine to
machine: qui l’Europa ha il primato con un market share del 43%,
in crescita del 25% l’anno. Dobbiamo preservare il nostro
posizionamento facendo collaborare settore pubblico e privato ed è
quello che propongo con la Future Internet PPP”.

“Il piano è audace e vuole rispondere alle esigenze di settori
come telemedicina, gestione intelligente dell’energia,
ottimizzazione del trasporto urbano, smart cities”, ha continuato
la Kroes. “Come istituzione pubblica la nostra priorità
ovviamente sono i processi di business di natura pubblica. Da qui
partiamo per guidare la prossima rivoluzione di Internet a livello
europeo”.

Il commissario alla Digital Agenda ha indicato precisi obiettivi:
“Innanzitutto, vogliamo cogliere le opportunità offerte dalle
nuove applicazioni Internet per riposizionare le nostre industrie e
i nostri innovatori come attori di primo piano nell’Internet di
domani. Non ci accontentiamo della seconda fila”. E poi,
“vogliamo portare le innovazioni e i benefici dell’Internet di
domani direttamente ai nostri cittadini”. Infine, “solo dando
il nostro contributo attivo possiamo assicurarci che i profondi
valori europei come la privacy e la governance trasparente
diventino parte integrante dell’Internet di nuova
generazione”.

L’Europa non comincia da zero: diverse città hanno avviato
progetti pilota e si tratta del modello al quale guardare, anche
considerando che quasi l’80% degli europei vive in città. Il
mondo ha sempre più bisogno di queste soluzioni perché si
urbanizza in misura crescente. “L’Europa dovrebbe battere la
concorrenza sul tempo e vendere le sue soluzioni al resto del
mondo”, afferma la Kroes.

Alcuni esempi: la gestione smart del traffico a Stoccolma, con
l’istituzione di un pedaggio, che ha aiutato a ridurre il flusso
di macchine del 22%, le emissioni di CO2 del 20%, e potenziato
l’utilizzo del trasporto pubblico; la sperimentazione di un
sistema intelligente di smaltimento dei rifiuti a Nizza;
l’erogazione smart dell’energia allo studio ad Amsterdam;
"Real Time Rome", iniziativa romana per il trasporto
intelligente, o "Paris 2.0", per il controllo
dell’inquinamento a Parigi. Sono tutti esempi di servizi per le
città resi possibili da sensori connessi a Internet.

Ma se i progetti pilota sono eccellenti e necessari, "non
possiamo limitarci a pensare a livello locale”, ha sottolineato
la Kroes. “Dobbiamo porre fine alla frammentazione delle nostre
iniziative e delle nostre risorse allargandole a livello
europeo”.

Sarà necessario a tal fine fornire alla comunità di ricercatori e
innovatori europei una piattaforma che consente sperimentazioni su
vasca scala e la valutazione delle applicazioni dei servizi smart
in condizioni reali. Il Future Internet PPP porta questo approccio
ancora un passo avanti, avvicinando la ricerca all’innovazione e
spingendo alla collaborazione tra i diversi Paesi europei.
“Con la Future Internet PPP vogliamo fornire una piattaforma di
comunicazione e calcolo aperta e versatile”, ha spiegato la
Kroes. “L’apertura è centrale per il successo
dell’iniziativa. Il PPP contempla diversi casi d’uso, non solo
nel settore Ict. Per esempio coinvolge nuovi attori nella catena
del valore di Internet, come gli operatori sanitari, le aziende dei
trasporti, le utility”.

Il settore pubblico svolgerà il ruolo di catalizzatore. Perciò
gli enti pubblici hanno una responsabilità nel definire e
scegliere gli standard. “Ritengo che debbano usare il proprio
potere per assicuare l’apertura delle piattaforme, l’unica che
garantisca anche l’innovazione che sale direttamente dagli
utenti”, ha affermato la Kroes. “Queste sono le condizioni per
il successo della Future Internet PPP e sappiamo che l’industria
appoggia il nostro modello. Il passo successivo è un processo
condiviso in cui la conoscenza è messa a disposizione di tutti in
maniera aperta e trasparente per sviluppare prodotti e servizi
Internet-based sulla nuova piattaforma”.

Il Future Internet PPP è implementato all’interno del programma
quadro dell’Ue per la ricerca che prevede anche una serie di
norme sulla protezione della proprietà intellettuale. Perciò la
conoscenza prodotta sarà principalmente usata da chi partecipa
alle iniziative, ma le specifiche della piattaforma saranno
contenute in documenti tecnici e potranno essere usate da terze
parti a condizioni eque e non discriminatorie. I fondi verranno
assegnati entro Pasqua 2011, ha promesso la Kroes: “Si tratta di
circa 300 milioni di euro, che possono sembrare una goccia
nell’oceano di Internet, ma sono sufficienti per creare una
dinamica molto positiva tra gli innovatori di Internet europei”.

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