Hadopi, ora scatta la fase penale

Dopo le 70mila email inviate nel 2010 ai pirati del Web, si stringe il cerchio per i recidivi: ultimo avviso via posta prima di tagliare la connessione

Pubblicato il 13 Gen 2011

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Hadopi, non si scherza: in Francia partono i secondi avvisi contro
i recidivi del download illegale, ovvero l’email seguita da una
lettera raccomandata che ingiunge di smettere e che rappresenta
l’inizio della fase penale. Ad oggi, come ha riferito la stessa
Hadopi nella conferenza stampa con cui ha presentato i risultati
del 2010 e la tabella di marcia del 2011, 70.000 internauti hanno
già ricevuto la prima e-mail di avvertimento.

Mireille Imbert-Caretta, presidente della Commission de protection
des droits (Cpd) dell'Hadopi, ha confermato i dati: a settembre
sono state spedite le prime richieste di identificazione di
indirizzi Ip agli Internet provider; a inizio dicembre è stato
raggiunto il ritmo di 2000 avvisi spediti al giorno e a fine 2010
è stato superato il numero di 70.000 “raccomandazioni” (la
prima email di avvertimento a desistere dalle pratiche illegali).
Si è ancora lontani dalle cifre invocate prima che la misura
entrasse in vigore (si parlava di 10.000 notifiche al giorno), ma
la Cpd ha tenuto ancora una volta a ribadire di non essere un
gendarme della rete. E comunque l’obiettivo dell’invio di
10.000 avvisi al giorno sarà raggiunto nel corso di
quest’anno.

Intanto gli internauti che, nonostante il primo avviso, sono stati
nuovamente colti con le mani nel sacco dai radar della Tmg, la
società incaricata di sorvegliare i siti peer-to-peer, riceveranno
a casa nei prossimi giorni la raccomandata dell'Hadopi, che
entrerà nel fascicolo penale nel caso in cui l’internauta arrivi
davanti al giudice (terza e ultima fase della risposta graduale
prevista dalla nuova legge francese). La data del lancio della
terza fase non è stata fissata ma potrebbe già essere
quest’anno.

Molti navigatori sono recidivi, ha ammesso la Imbert-Caretta, “e
allora per loro si uscirà dalla fase della sensibilizzazione e
informazione per entrare in quella penale”. Il taglio della
connessione Internet avviene dopo la terza recidiva e dopo che la
Cpd ha deciso che è il caso di intervenire. “Speriamo che i
primi due avvisi siano sufficienti”, ha detto la Imbert-Caretta.
“Se questo sistema non funzionerà, la Cpd non ha ragione
d’essere, ma occorreranno 18 mesi prima di poter tirare le
somme”, ha concluso.

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