Net neutrality negli Usa, Verizon all’attacco dell’Authority

L’operatore si rivolge alla Corte d’Appello del District of Columbia: la commissione avrebbe scavalcato il Congresso imponendo regole senza averne il potere

Pubblicato il 21 Gen 2011

Le nuove regole sulla net neutrality volute dalla Federal
communications commission scatenano la reazione di uno dei grandi
Internet service provider americani, Verizon Communications, che
non si è accontentata di protestare, per quanto vigorosamente, ma
si è direttamente rivolta a una corte federale per bloccare le
norme sull’accesso aperto alla Rete.

La decisione non è una sorpresa, secondo l’LA Times. Il colosso
statunitense delle telecomunicazioni ha dichiarato di fronte alla
Corte d’appello del District of Columbia che la Fcc ha
oltrepassato la sua sfera di competenza quando ha varato, lo scorso
mese, le regole che impediscono alle aziende proprietarie di reti
ultra-veloci e di frequenze radio di favorire i propri servizi
rispetto a quelli dei concorrenti. Secondo Verizon, la Fcc non ha
l’autorità per imporre un divieto del genere.

"Siamo seriamente preoccupati dal fatto che la Fcc si sia
attribuita poteri che non ha e abbia imposto nuove regole di vasta
portata sulle reti di banda larga e Internet”, afferma Michael E.
Glover, rappresentante legale di Verizon. “Riteniamo che la Fcc
sia andata oltre i poteri conferiti dal Congresso e che la
normativa crei incertezza per l’industria delle
telecomunicazioni, per gli innovatori, gli investitori e i
consumatori”.

Come noto, la Fcc ha votato con tre sì e due no lo scorso mese a
favore delle regole sulla net neutrality, un tema caro sia al
Presidente Obama che al chairman della Fcc Julius Genachowski. Le
regole probiscono alle aziende del telefono e del cavo che
forniscono accesso a Internet ultra-veloce di impedire ai loro
clienti l'accesso a qualunque tipo di contenuti, servizi o
applicazioni purché siano legali.

Le norme sono più severe verso i servizi fissi che mobili e non
sono così estreme come alcuni Democratici e molti difensori dei
diritti digitali avrebbero voluto. Per questo hanno ottenuto il
supporto di alcune telco, come At&t. Il voto della Fcc ha però
scatenato le proteste di molti Repubblicani e di Verizon, che si
dice impegnata a garantire un Internet aperto, ma che ha sempre
sostenuto che non c’è alcun bisogno di imporre per questo delle
regole.

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