Bernabè: “Obbligo di pedaggio per i content provider”

Servizi a valore aggiunto a pagamento: la ricetta del presidente della Gsma per riequilibrare la partita telco-over the top. Fiducia nella Ue: si punta a ottenere il semaforo verde già nell’incontro in calendario il prossimo 3 marzo

Pubblicato il 14 Feb 2011

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Gli operatori di telefonia mobile intensificano la loro battaglia
per esigere il pagamento di un “pedaggio” dai content provider
di Internet, come Google, che generano volumi di traffico dati
esplosivi e sfruttano – gratuitamente, per ora – le reti dei
grandi gruppi delle teleconunicazioni. A parlare per l’industria
è Franco Bernabè nel suo ruolo di presidente della Gsma, sulle
pagine del Financial Times. Il messaggio è chiaro: “I content
provider devono smettere di mangiare gratis”.

Gli operatori di rete sperano che l’incontro indetto dalla
Commissione europea per il prossimo 3 marzo, cui parteciperanno gli
executive delle telecom ma anche di nuovi attori dell’industria,
come Apple, Facebook e Google, dia sostegno ai loro sforzi per far
pagare ai provider il trasporto di alta qualità dei loro contenuti
agli utenti finali.

La crociata degli operatori suscita non poche controversie perché
alcuni paladini della neutralità della rete – il noto principio
secondo cui tutto il traffico dovrebbe essere trattato allo stesso
modo – temono che far pagare i content provider possa creare
discriminazioni.

Ma Bernabè, che parla anche in qualità di Ceo di Telecom Italia,
mette in luce come gli operatori, fissi e mobili, stiano spendendo
miliardi di euro per aggiornare i loro network e far fronte alla
rapida crescita del traffico video su Internet e si lamenta dei
fornitori di contenuti che “usano pesantemente le nostre reti ma
non contribuiscono al loro sviluppo”.

Il top manager italiano assicura che gli operatori di rete
rispettano il principio della net neutrality e che, anche nel caso
in cui i content provider fossero soggetti a un pagamento, il
contenuto continuerebbe a viaggiare liberamente sull’Internet
“di base”, ma gli operatori dovrebbero poter accedere a una
nuova fonte di guadagno esigendo una tariffa dai provider per la
consegna di alta qualità dei loro materiali agli utenti.

"Possiamo fornire nuovi servizi a valore aggiunto ai content
provider permettendo loro di servire meglio i clienti”, afferma
Bernabè. "Ovviamente, ci faremo remunerare per questi
servizi”.

Questa “consegna di alta qualità” del traffico video agli
utenti finali da parte degli operatori di rete potrebbe assicurare,
ad esempio, che il contenuto venga trasmesso per tutta la sua
durata senza alcuna interruzione, come invece può accadere
oggi.

Nella lettera con cui ha invitato gli executive delle telecom e dei
content provider al summit del 3 marzo, Neelie Kroes, il
commissario europeo responsabile per l’agenda digitale, si è
detta preoccupata che le sue riforme digitali – che puntano su
una più ampia diffusione della banda larga e su maggiori velocità
di connessione a Internet – possano fallire a causa di
investimenti insufficienti da parte degli operatori di rete. Le
telco, scrive il Financial Times, coglieranno l'occasione per
proporre anche in questa sede il pagamento del “pedaggio” ai
fornitori di contenuti, che darà loro i soldi che mancano per
investire. Bernabè è ottimista: per il Ceo italiano, i regolatori
permetteranno agli operatori di stringere accordi commerciali con i
provider di contenuti.

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