Parisi: “Wi-fi pubblico gratis? Concorrenza sleale”

Il presidente di Asstel contro i progetti degli enti: “Si statalizzano interventi che invece sono di natura privata”. E sulle Ngn dice: “Nessuna PA locale ha risorse a sufficienza per realizzarle. Il compito è delle telco”

Pubblicato il 15 Feb 2011

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Le telco devono fare un ulteriore sforzo per lo sviluppo delle Ngn
in Italia. A dirlo Stefano Parisi, presidente di Asstel,
intervenendo a una trasmissione di Radio 24, insieme al ministro
Renato Brunetta.
“Già da tempo le aziende di Tlc investono almeno 6 miliardi di
euro l’anno, contribuendo allo sviluppo del Paese – ha
sottolineato Parisi –  Oggi queste stese aziende si trovano a
dover fare un ulteriore sforzo sulla rete di nuova generazione per
la banda ultra larga, di cui l’Italia si deve necessariamente
dotare".

"Si tratta di un’infrastruttura molto costosa, che richiede
elevati investimenti sia sulla telefonia fissa con fibra ottica,
sia sulla rete mobile con la Lte sia per superare il digital divide
– ha proseguito Parisi –  Investimenti che saranno per la gran
parte provenienti dalle aziende di telecomunicazione. Né la
finanza pubblica, se non per quei 100 milioni di euro stabiliti dal
Consiglio dei ministri, né gli enti locali, infatti, dispongono di
risorse da impegnare in questo settore".

"Quindi, se vogliamo le Ngn in Italia, è del tutto fuorviante
e irrealistico continuare a propagandare Internet gratis per le
città italiane – ha concluso – Si tratta di un tema molto delicato
su cui la politica deve fare chiarezza, perché Internet gratis
offerto da Province e da Comuni vuol dire fare concorrenza sleale
con i soldi pubblici, statalizzare uno degli interventi di natura
più decisamente privata, che è appunto l’investimento nelle
reti di nuova generazione. Questo è puro populismo che va
superato”.

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