Ernst&Young: ‘Tlc, momento propizio per gli incumbent’

Pubblicato il 15 Mag 2009

Nonostante la crisi economica in corso, questi sono giorni
“buoni” per gli operatori telefonici infrastrutturati. È
quanto emerge dal nuovo studio sul settore delle telecomunicazioni
realizzato da Ernst&Young, leader nei servizi professionali.

“The power of the pipe”, l’indagine basata su 18 approfondite
interviste con il Top Management di altrettante aziende leader in
Europa e negli Stati Uniti nelle Tlc, dice che gli operatori stanno
rispondendo alla pressione sui prezzi realizzando economie di
scala, quindi attraverso selettive aggregazioni sia in paesi
maturi, sia nei mercati emergenti relativamente ai servizi mobili.
Tuttavia, i veri vincitori di questa gara sembrano essere quelli
che già avevano una buona infrastruttura, i così detti incumbent,
anche se massimizzare il valore delle loro infrastrutture continua
ad essere una sfida importante.

Andrea D’Angelo, Leader della Sub-Area Mediterranea di Ernst &
Young, dichiara: “Nel momento di crisi l’attenzione si è
chiaramente spostata dai nuovi clienti all’attenzione per i
clienti già in portafoglio, e qui gli incumbent hanno un evidente
vantaggio. Le condizioni di mercato sono sfidanti, e lo rimarranno
per del tempo. Ma la scala e la solidità dello stato patrimoniale
degli incumbent rappresentano una garanzia, tale da far ben pensare
che saranno innazitutto loro a metter su nuove reti sia fisse che
mobili, al fine di accrescere la banda disponibile”.

Tuttavia, per massimizzare il pieno valore degli investimenti in
infrastruttura gli operatori dovranno continuare ad investire in
nuove tecnologie e sviluppare nuove competenze, specialmente
nell’ambito della comprensione del cliente e la razionalizzazione
delle operations.
Altro dato dell'analisi è che il mobile internet è finalmente
tangibile ed in crescita. Tuttavia, i clienti chiedono sempre più
banda, ma ad una tariffa flat e sicuramente dimostrano maggiore
dimestichezza con la tecnologia, sapendo scegliere tra alternative.
Questo implica un crescente bisogno di infrastrutture che non si
traduce necessariamente in un aumento proporzionale dei ricavi.

Così i gestori di reti stanno affrontando molte sfide, una
crescita della competizione, anche stimolata dalle autorità che
porta a dover gestire il fragile equilibrio tra riduzione dei costi
ed ampliamento delle infrastrutture, per far fronte alla crescenta
domanda di servizi da parte dei clienti. Gli operatori ammettono
l’importanza di continuare ad investire in infrastruttura, nella
consapevolezza che le nuove tecnologie rappresenteranno un
importante fattore differenziante, sia per far fronte al crescente
fabbisogno di banda, sia per garantire la qualità del
servizio.

I Ceo hanno ribadito che la più grande fonte di incertezza legata
ai nuovi investimenti è la regolamentazione, ed i dubbi legati
alla sua evoluzione. Come ha precisato un Top Manager di
un’azienda di tecnologia, intervistato nell’ambito
dell’indagine, “Troppo spesso gli operatori dicono”perché
dovrei investire in fibra ottica se non so come sarà
regolamentata?”. "Per investire con decisione nelle giuste
aree, gli operatori hanno bisogno di chiarezza su temi quali la
next generation access network e l’allocazione dello spettro.
Questo è sicuramente vero anche per il mercato italiano, dove
l’incertezza di regolamentazione sta rallentando gli investimenti
generali dei paesi sia da parte dell’incumbent, Telecom Italia,
che degli operatori alternativi che sarebbero anch’essi disposti
ad investire in nuove infrastrutture”, dice D’Angelo.

Secondo lo studio, per raggiungere questa chiarezza, gli operatori
dovranno intensificare il dialogo con governi e regolatori,
definendo regole chiare che garantiscano gli investimenti. Gli
operatori concordano che devono guidare il cambiamento, non
semplicemente reagendo agli eventi. L’approfondita conoscenza dei
clienti, un dialogo strutturato con i regolatori, e le giuste
partnership, saranno cruciali per catturare le opportunità
future.

Alla domanda relativa a quali fossero le tre priorità strategiche,
i CEO hanno messo il valore del cliente e l’innovazione prima
dell’efficienza di costo. “Accrescere lo “share of wallet”,
la spesa del cliente per i propri servizi, dei clienti attuali è
la chiave di volta” ci ha detto uno degli intervistati. Secondo
lo studio, c’è sicuramente più valore da estrarre dalla spesa
in comunicazione di individui ed imprese, che oggi va verso altri
fornitori. Uno dei partecipanti allo studio ha osservato:” Se gli
operatori telefonici intendono crescere, devo valorizzare la rete
in essere”. E poi, “real-time customer analytics ci fanno
risparmiare tempo e denaro, nello sforzo di comprensione dei
bisogni dei clienti. Solo una minoranza degli operatori veramente
utilizza funzionalità di real-time analytics, questo cambierà con
il tempo”.

D’Angelo conclude: "Nello sviluppare la loro strategia per
catturare queste opportunità, la parte del mercato più
interessante sembra proprio essere lo spazio tra la 'dumb
pipe' (tubo stupido), fornitore quindi di semplice
connettività, ed un nuovo ruolo emergente di
'multi-player' consumer media provider. “Con la
necessità di continuare ad innovare lanciando nuovi servizi, e la
pressione dei governi ad investire, l’incertezza sul ritorno
degli investimenti è previsto che non diminuisca. Il segreto del
successo sarà nel gestire al meglio questa incertezza”.

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