Tassa governativa sui cellulari, accolto ricorso dell’Anci Sardegna

Sentenza storica, la Commissione tributaria di Nuoro dice sì ai rilievi esposti da 122 Comuni sardi: “Il tributo viola il nuovo codice delle Tlc e le direttive europee”

Pubblicato il 24 Mar 2011

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La Commissione tributaria di Nuoro ha accolto il ricorso presentato
da Anci Sardegna contro la tassa sulle concessioni governative sui
telefonini. Per Umberto Oppus, direttore dell'associazione dei
Comuni, "è una sentenza storica".
"Il nuovo codice delle Telecomunicazioni ha recepito il
principio comunitario delle liberalizzazioni per cui quella tassa
non risulta più applicabile – spiega Oppus – Per ora ha risposto
solo la commissione tributaria di Nuoro, attendiamo le sentenze
delle altre commissioni provinciali".

Sono 122 in tutto i Comuni sardi che hanno aderito al ricorso e
che, in caso di accoglimento anche da parte delle altre
commissioni, dovranno essere rimborsati delle somme versate per gli
anni 2006, 2007 e 2008.
Secondo l'avvocato Emanuele Mazzaro, che aveva ottenuto lo
stesso risultato per Anci Veneto e che ha seguito il ricorso per la
Sardegna, l'imposta "vigente in Europa solo in Italia,
Grecia e Bulgaria, distorce palesemente il mercato della telefonia
mobile perché favorisce i titolari di carte prepagate a danno
degli abbonati, e viola nel contempo i principi di diritto
comunitario, recepiti dal Nuovo Codice delle Telecomunicazioni
(Dlgs 259/03)".

"Quest'ultimo, detta una disciplina incompatibile con la
normativa presupposto della tassa – rileva Mazzaro – proprio
perché liberalizza la fornitura di reti e servizi di comunicazione
elettronica, sottraendola alla proprietà esclusiva dello Stato e
prevedendo l'abrogazione dell'intero sistema delle
concessioni. In altri termini, il diritto d'uso dei mezzi di
telecomunicazione elettronica, ad oggi, rientra nel patrimonio
giuridico di chiunque. Non si tratta più di un 'diritto
pubblico' concesso caso per caso al singolo soggetto,
bensì' di un diritto soggettivo. Manca, dunque, il presupposto
della tassa: la controprestazione dello Stato".

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